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Michela Cavaleri

1^MAGGIO. Oggi più che mai è chiaro che la nostra lotta di resistenza ai soprusi deve continuare


1 maggio festa dei lavoratori, molti associano a questo giorno i concerti o le scampagnate fuori porta , in realtà non dovremmo dimenticare che oggi è un giorno speciale in cui bisognerebbe riflettere più che festeggiare, ricordare il massacro di haymarket nel 1886 dove una protesta durata 3 giorni costata la vita a centinaia di persone portò al riconoscimento della giornata lavorativa di 8 ore

In Italia manifestazioni per il 1° maggio vennero organizzate dal 1890 al 1923. Nel 1923 il regime fascista ne proibì la celebrazione.

Era il 19 aprile del 1923 che con un decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri, Mussolini abolì la festività accorpandola alla festa ufficiale del fascismo, che coincideva con il “Natale di Roma”, in data 21 aprile.

Sara' un altro bagno di sangue questa volta in provincia di Palermo con la strage di portella della ginestra dove il bandito Salvatore Giuliano con i suoi killer apri il fuoco contro i manifestanti.

"Portella della Ginestra fa parte della nostra storia, delle nostre battaglie. Ci ricorda l'eccidio di 11 persone che manifestavano per la festa dei lavoratori, contro la mafia e il latifondismo"

La festività venne, infine, riconosciuta ufficialmente con un decreto legislativo del 1946, dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la definitiva sconfitta del fascismo.

Il diritto al lavoro è sancito dalla nostra Costituzione negli articoli 1 e 4. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” (art. 1) “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4)

Oggi più che mai è chiaro che la nostra lotta di resistenza ai soprusi deve continuare perché se sulla carta i diritti sono riconosciuti nella realtà poi funziona un pochino diversamente. Lavoratori che sulla carta hanno scritto 8 ore di lavoro e poi ne fanno 12, oggi più che mai dobbiamo ricordare tutti i padri di famiglia che stentano ad arrivare a fine mese perché spesso sulla carta le tariffe sembrano regolari ma poi il sottopagamento vince su tutto,

( e ta stari mutu, parchi sinno ci appizzi puri sa manciata i pasta) ed è facile che molti straparlano dalle loro posizioni da privilegiati economici sentenziando su chi stenta a sopravvivere a questo sistema in atto in Italia. Non voglio neppure prendere l'argomento della sicurezza sul lavoro perché anche li con le morti bianche c'è ne sarebbe da raccontare, caspita mi rendo conto con delusione che festeggiamo un giorno di cui buona parte della politica, non muove un dito per far rispettare ciò per cui ha giurato, ma la colpa è anche nostra che continuiamo imperterriti a delegare con il voto le nostre sorti a questi soggetti, la colpa è nostra perché ad oggi tendiamo a dimenticare i sacrifici di chi ci ha preceduti, per far si che i nostri diritti siano stati riconosciuti. No, non era un atto dovuto! Ma dovuto è, non solo ricordare, ma pretendere che quei diritti vengano rispettati e soprattutto, applicati!

Repubblica fondata sul lavoro? No, Repubblica forse, ma governata da pochi ricchi e fondata sul lavoro di tutti gli altri.

(F.de André)

Buona festa dei lavoratori by M.C.:)

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