In oltre due anni due anni di vita è la prima volta che mi capita di riprodurre un dialogo nato sul web a proposito di un articolo apparso sl nostro blog.
Ma il livello e l'intensità degli interventi di Salvatore Paterniti Prima e della stessa Maria Arrigo merita di portarli a conoscenza dei nostri tanti lettori.
L'articolo potete leggerlo sul nostro sito germinalcontrovoce .org o potete cliccare su questo link. https://www.germinalcontrovoce.org/post/maria-arrigo-noi-e-la-difficolta-del-vivere
il dialogo lo trovate di seguito
Maria Arrigo,la frase "Come vuole Dio" non è solo fede. Certamente è vero che un ateo non la direbbe mai, ma quando una persona la dice pensa anche alla complessità della vita, alla vastità delle variabili ed alla incontrollabilità delle vicende umane. Al caso, al "destino" ... a quel minimo di rassegnazione che purtroppo è un elemento necessario\utile alla sopravvivenza su questa terra.
È una riflessione profonda, quindi "filosofica".
Oggi non si sente dire quasi più.
Forse perché la religione ha sempre meno rilevanza nella vita delle persone? O forse perché le persone non si fermano più a riflettere sul significato della vita?
Salvatore Paterniti,Ha ragione:sono stata oltremodo sintetica ed ambigua quando ho fatto riferimento a Dio,lasciandomi guidare soltanto dalla confutazione sull'
"amor fati" nicciano.Dio,come giustamente afferma lei, può essere tante cose.Ce lo insegna la storia della filosofia.Puo' essere un mediatore tra una verita' trascendente e l'uomo(Platone e il platonismo);una forma universale che però resta immanente in natura (Aristotele);puo' coincidere col "logos" universale che provvede ai cambiamenti della materia
(Stoicismo);emanazione del trascendente che si fa Storia ;e cosi via...E'rassegnazione nella maggior parte degli uomini,non esclusa me...
Possiamo farlo coincidere con la complessità e la dinamica della vita,se consideriamo che il termine corrispettivo greco"Zeus"è riverbero di Zao che significa
vivere.
Il Dio cristiano invece, è il Dio che si fa uomo e muore sulla Croce, salvando l'umanità e mutandosi in Spirito Santo sempre immanente in chi è disponibile a riceverlo.
"Mistero della Trinita'"accolto dagli spiriti semplici come bimbi, e umili...
Non sono io una di questi . Il dubbio e la miscredenza mi stanno sempre accanto.
Tuttavia ,riflettendo,si può anche razionalizzare il mistero della morte e risurrezione ,se non ontologicamente, di sicuro in senso spirituale.
.Forse che non ci sentiamo risuscitare dentro ,se aiutiamo qualcuno che ha bisogno?Forse che i genitori non affrontano, autolimitandosi, i sacrifici per crescere i figli ,ricavandone soddisfazione ,se non felicita'
Forse che una madre,se potesse,non sarebbe pronta a morire al posto di un figlio?
Ma tutto questo è razionalizzazione...La fede invece,è un dono che solo in pochi posseggono.
Comunque sono sempre convinta che nell'affrontare e superare le difficoltà della vita ,sia inutile
l'eroismo autoreferenziale fine a se' stesso e 'l'amor fati'
che ti tempra e ti corrobora il coraggio fino a quando non scoppia la mente.Di certo questo,il coraggio cioè ,è importante perche'tu possa affrontare certe tristi situazioni,ma in sé stesso diventa effimero e caduco ,se tu, con le esperienze la riflessione e il senso del limite, non finalizzi eticamente ,umanamente e socialmente il tuo agire.
La rassegnazione da sola non vale: è una sconfitta.
Mi sono dilungata e me ne scuso,ma la ringrazio per il dialogo che mi ha portato a riflettere...
La saluto cordialmente.
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