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Piergiacomo La Via

ABBIAMO FATTO TUTTO E BENE?









riepilogo.


- L’8 maggio, che non è il titolo di una nuova poesia, tre Sindaci, “manifestando l’impellente esigenza” di avere truppe armate nel territorio (così si legge testualmente), sottoscrivono presso il Castello di Sperlinga un accordo concedendo all’esercito italiano un’area di oltre 33 Km quadrati, per un periodo di 30 anni.


- Una estensione enorme, pensata proprio per esercitazioni di guerra, assegnata alla brigata Aosta, impegnata soprattutto in operazioni all’estero (Kosovo, Afghanistan, Libano). Una cosa ben diversa dai tradizionali campi di addestramento dei militari che si accampavano in una tenda.


- La paradossale ed insensata decisione viene presa dai primi cittadini con rapide delibere di Giunta, senza coinvolgere né i Consigli Comunali né i cittadini.


- L’intervento -lo si capisce subito- é INCOMPATIBILE con la vocazione agro-pastorale della zona, con il borgo più bello d’Italia (Gangi), con le zone SIC (siti di interesse comunitario). Ed ancora con le riserve naturalistiche, con la via Francigena PA-ME che passa proprio sul Monte Zimmarra a Santa Venera, con l’appennino bike tour, con la SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne) che porta avanti progetti di sviluppo ecosostenibili.


- Danni irreversibili alla flora ed alla fauna (che sarebbe scomparsa). Sarebbe stata compromessa la salute degli animali di allevamento (che -è bene ricordarlo- quali “esseri senzienti” godono anche di tutela giuridica).


- Insomma, una vera e propria violenza alla natura. Inaudita ed ingiustificata. Sproporzionata rispetto alla esigua ricaduta economica.


- La quasi totalità dell’opinione pubblica insorge e si oppone.


- I Sindaci, dopo iniziali resistenze e qualche penosa giustificazione (le bombe sono di gomma, i rumori non si sentiranno dai centri abitati, ecc..) revocano le delibere e ritirano le firme.


- Oggi, in maniera trionfalistica, qualcuno di loro afferma che il problema è “morto e sepolto”, nella vana speranza di fare dimenticare che era stato lui a causarlo.


riflessioni.


1. Spontaneamente la comunità si è mobilitata ed ha reagito in maniera uniforme, composta e ferma. “Camminando insieme” abbiamo raggiunto in poco tempo un primo ed ottimo risultato (la revoca degli atti).

2. Il problema a mio avviso però non è completamente risolto. I colpi di coda possono essere dietro l’angolo (avvisaglie arrivano dalle prese di posizione di qualche associazione). Non bisogna più abbassare la guardia.


3. La politica, ad eccezione dell’on.le Fabio Venezia che ha presentato una interrogazione all’ARS, mi sembra “freddina”. Non siamo riusciti a parlare con la Shlein né penso saremo ricevuti a breve dal Presidente Schifani. Dobbiamo insistere e pretendere che i governi nazionali e regionali abbandonino per sempre questo scellerato progetto.


4. Il 30 giugno ci siamo incontrati. E, nonostante il caldo e i tanti interventi, sono uscite fuori proposte valide. Una fra tutte la smilitarizzazione del territorio e Nicosia città della pace. Quando il consiglio modificherà lo Statuto, inserendo -se vorrà- questi principi fondamentali, avremo realizzato un argine ad eventuali tentazioni future.


5. Sullo “sviluppo sostenibile”, va supportato il forum delle aree interne di Troina, che ha già iniziato un lavoro. Così come vanno promosse ed incentivate altre forme di confronto su sviluppo e pianificazione territoriale, specifiche, tecniche e, soprattutto, regolamentate nei tempi di intervento (brein storming, altri forum), magari coinvolgendo esperti nicosiani, penso alla prof.ssa Patrizia Messina dell’Università di Padova o ad altri “cervelli” nostrani che vivono ed operano fuori.

domanda.

Abbiamo fatto tutto e bene ? Non lo so. Certamente abbiamo fatto e certamente si poteva fare di più e meglio.

proposta.

Rivediamoci a settembre.

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