Sono trascorsi oltre due anni dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza arrestata e picchiata a morte dalla polizia morale nel settembre 2022 per avere indossato male il velo, ma la sua scomparsa continua a fare rumore e a indignare l'Iran, dove le donne, ma anche tanti ragazzi giovani continuano a ribellarsi al regime pronunciando lo slogan curdo: Donna, vita, libertà. Atti di rivolta che si pagano con il carcere a vita. Doveva saperlo senz'altro anche Ahou Daryaei, la "ragazza dell'università", come l'hanno già ribattezzata in tanti sul web, che a Teheran è rimasta in mutande e reggiseno in segno di protesta contro l'imposizione del velo. È successo pochi giorni fa e Ahou Daryaei ha conquistato per questa ragione il web e il manicom
io. Solidarietà a Ahou Daryaei. Una riflessione dobbiamo però dobbiamo farla: se Ahou Daryaei no fosse stata bella e giovane, se non avesse avuto lunghi e fluenti capellineri, se non fosse stata "istangrammabie" l'occidente sarebbe stato tanto scosso dal suo gesto? Quanto peso ha avuto il bell'aspetto di Ahou Daryaei? Temo per lei e piango per tutte le donne, giovani e vecchie, che vengono costrette a vivere in prigioni concrete e simboliche come il burqa o un corpo conforme a modelli dati.
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