Leonforte si appresta a cambiare amministrazione. Aprono sedi elettorali in locali chiusi da tempo e le pizzerie risuonano delle voci cospiranti degli spin doctor tavachini. C'è fermento nell'aria, si respira ordinario cambiamento. C'è bisogno di rinnovamento.
Negli ultimi cinque anni i leonfortesi hanno subito:
-un dissesto finanziario di cui si sconosce l'ammontare che ha comportato, tra le altre restrizioni anche un blocco delle assunzioni, con l'inevitabile malfunzionamento di tutti gli uffici e il rallentamento di ogni pratica anche delle più urgenti
-un aumento della pressione fiscale;
- un continuo spopolamento
- un depotenziamento dell'ospedale, con conseguenze tragiche per la salute dell'intero territorio, privato di mezzi di cura e di prevenzione ;
-il succedersi di quindici assessori di cui non si ricordano i nomi e neppure le azioni
-una riconversione del giardino all'italiana della villa Bonsignore a vignalazzo del cocuzzolo tavachino;
- il taglio degli alberi ornamentali del viale cimiteriale, rei di perdere le foglie in autunno;
-una divisione insanabile fra visi ed invisi al cerchio magico
-E tanto tanto, tanto altro ancora.
Ora però basta con le acquiescenze dell'opposizione e le risse social sull'inoperosità amministrativa, con i tira e molla inconcludenti e le promesse menzognere. Il paese chiede cambiamenti visibili, novità percepibili .
Un Think Tank indigeno ha offerto ( gratuitamente) un pacchetto di proposte suggestive a tutti i candidati. Il pacchetto è unico e può essere adattato a ogni lista civica o logo partitico e prevede:
-il ritorno dei vecchi leoni come frontman dietro cui collocare amici e conoscenti;
-l'annessione dei Picinosi e di Pirito per l'occupazione dell'edilizia locale e la realizzazione di nuovi quartieri dormitorio da rivendere au pair ad Agira;
- l'elezione di una presidente del consiglio da ostentare in nome dell'inclusività e da ignorare in nome della tradizione. Se neanche questo dovesse bastare si può ricorrere all'ibernazione dell'intero paese fino al XXX secolo per allora potremmo annetterci alla Norvegia e far fallire anche quella.
Chiacchierata con il professore La Porta, già sindaco di Leonforte, in merito alle prossime elezioni.
I giovani le hanno domandato di candidarsi per salvare il paese e il partito, il suo partito cosa le ha chiesto?
In verità, ho ricevuto diverse sollecitazioni per un ritorno alla vita politica attiva; si, in maggioranza ( può sembrare strano) da parte di giovani, che non erano neppure nati durante la mia sindacatura. Ma ho avuto anche il piacere di incontrarmi con alcuni amici semplici cittadini e liberi professionisti, che mi hanno delicatamente rivolto il medesimo invito. Come tu sai, io non ho tessera, anche se voto (e voterò sempre, sino a quando c'è la Fiamma) per Fratelli d'Italia e sono grato a quanti in quel partito ricoprono cariche di prestigio per essersi ricordati di me in questi giorni.
Quale è il suo partito, oggi? La destra meloniana rigida sui diritti civili e remissiva in sede europea? Questa destra è rappresentativa di un sentimento partitico o rappresenta solamente un miscuglio di sentimenti e mal celate nostalgia senza, struttura e capacità governativa?
Il problema della nostalgia è un falso problema, tirato fuori quando una sinistra confusa e disorientata perde il contatto con la gente. Sono sempre stato convinto che quando si vince in politica di solito non si vinca per i propri meriti, ma per i demeriti degli altri. I veri nostalgici sono quelli che, per contrastare gli argomenti più o meno validi del centro destra, occupano piazze semideserte al canto di un patetico e strascicato “bella ciao”. La Meloni è stata brava si a vincere; ma gli altri sono stati somari a farla vincere. Ciascuno è libero di coltivare le sue nostalgie, cantando bella ciao o alzando la mano in un saluto romano in occasione di un funerale o di una commemorazione. Non si può, tuttavia, essere tanto sciocchi da potere pensare di fare politica coltivando i fantasmi del passato o agitando, spauracchi, di cui nessuno ha più seriamente paura.
Leonforte è un paese difficile da governare? O più semplicemente non ha avuto, nell'ultimo quinquennio, una capace classe amministrativa?
I piccoli centri della nostra piccola provincia sono tutti difficili da governare... se ti sposti nella vicina Assoro, se vai a Cerami, se sali ad Enna alta, ti accorgi che sono tutti centri in vendita....il numero degli abitanti cala vertiginosamente; i giovani scappano e buona parte dell'economia regge sulle misere pensioni dei vecchi. Non credo che il Sindaco di Leonforte abbia demeritato. Ha fatto con tutte le sue forze tutto quello che obiettivamente poteva fare in base alle sue capacità. E poi, senza volere fare il difensore d'ufficio, è ingeneroso non accorgersi che in questi giorni la città è un cantiere. Certo, errori ed omissioni ce ne saranno pure stati...capita in tutte le migliori famiglie.
Illustri un programma concreto di miglioramento per il nostro paese
Un progetto per Leonforte? Attenzionare seriamente il funzionamento dell'Ufficio Tecnico, che opera solo per la buona volontà di alcuni solerti funzionari; creare un gruppo di tecnici anche esterni, che sappia mettere a frutto il mare di finanziamenti che negli anni a venire potrebbe essere attinti. Vuoi sapere perché non ho chiesto la tessera di FdI? (Non è poi detto che me la darebbero). Ovviamente scherzo...l'hanno data ad alcuni!!! Lasciamo perdere. Ebbene, non condivido alcuni aspetti qualificanti di quel Partito. Per esempio, ( io che facevo firmare per l'elezione diretta del Capo dello Stato negli anni '70 del secolo scorso), mi sono accorto che la nostra Costituzione è perfetta e che sarebbe una iattura cambiarla, perché rischieremmo di essere rappresentati da personaggi del tipo di Beppe Grillo. Mi consenti un po' di filosofia? La nostra Costituzione è l'unica al mondo, che riesca a coniugare nella figura del Presidente della Repubblica la sovranità popolare con l'unità nazionale e la sacralità regale... Quando ne avrai voglia ne potremo parlare.
E in ultimo cosa pensa della stampa locale?
Sulla stampa locale? Siete encomiabili, a cominciare dal decano amico mio personale Flavio Guzzone, passando per il caro Carmelo Pontorno ed il diletto Josè sempre in prima linea. Di te mi capita spesso di sentire parlar male....significa che sei brava. Complimenti.
Grazie, ma io scrivo editoriali quindi è facile fare bella figura e naturalmente hasta la victoria siempre.
Comments