Diciamola tutta, le elezioni regionali di ieri sono stati un successo per il centrosinistra e per I suoi alleati.
Senza nulla togliere alla vittoria di
de Pascale in Emilia Romagna, complicata, visto le ultime emergenze di che hanno travolto emiliani e romagnoli, il successo in Umbria di Stefania Proietti, sposata, mamma di due figli, ingegneria, docente universitaria, cattolica e politicamente proveniente dalla società civile, è un evento straordinario.
Già sindaca di Assisi dal 2016 (e anche presidente della Provincia di Perugia),
Più volte in questi mesi ha dichiarato di volere ispirare il suo programma di governo ai contenuti del Cantico delle creature: pace, non violenza, l’attenzione verso gli ultimi, ma anche sanità, occupazione e salari, nuove generazioni, innovazione e sviluppo sostenibile, ambiente e crisi climatica, giustizia sociale e una partecipazione seria, concreta e con strumenti veri dei cittadini alla gestione della COSA PUBBLICA.
Ha in questi mesi presentato il suo programma ai cittadini con una campagna elettorale “dal basso”, attraverso incontri partecipativi, circolari, con un grande ascolto dei cittadini e delle loro istanze.
Un modello che aveva di recente portato al successo l’attuale sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi.
Oltre a ridare fiato e slancio ad una sanità “pubblica, universale e accessibile a tutti, rilanciando una rete ospedaliera efficiente per i cittadini e attrattiva per il personale sanitario, il programma della Proietti affronta le problematiche dell’occupazione e della retribuzione le cui parole chiavi sono “per un salario buono, un salario minimo”.
Massima attenzione alle nuove generazioni, per dare struttura e corpo ad un progetto di vita in Umbria“, visto il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione regionale. L’obiettivo dichiarato è quello di riportare i giovani a vivere e lavorare in Umbria anche attraverso servizi dedicati, dalla formazione, agli asili nido gratuiti e il potenziamento del trasporto pubblico”.
Innovazione e sviluppo sostenibile sono poi “gli strumentali per la ripresa economica della regione” che vanni di pari passo con un “no” deciso all’autonomia differenziata.
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