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Immagine del redattoreAlain Calò

Ancora sull'anniversario della marcia su Roma

A seguito della nostra trasmissioni LIVE, andata in onda sulla pagina facebook di DAVITV, con Gabriella Grasso in cui abbiamo dialogato su questa pagina oscura italiana con Renzo Pintus, presidente sez.ANPI di Enna.


Alain Calò ci ha inviato un suo lunghissimo pezzo, oggi ne pubblichiamo la seconda parte.

Per chi fosse interessato , ricordo che la prima parte è stata pubblicata sabato scorso.

Buona lettura






Andiamo sui dati delle elezioni del 1921. Il nostro Presidente dell’Anpi di Enna tiene a sottolineare come Mussolini abbia preso uno scarso risultato a Milano. Peccato però che, basta fare una piccola ricerca, e si scopre che il Blocco Nazionale, dove vi erano anche i fascisti (in quella elezione ne salirono 35) prese non 5.000 voti come detto dal nostro, ma “soli” 120mila in più e Mussolini, peraltro il terzo deputato più votato d’Italia (quindi non proprio “irrilevante” per come definito), salì proprio in quel collegio.

Nessun riferimento, e questo sarebbe stato importante per la riflessione, al primo nucleo fascista del Proclama di San Sepolcro che aveva ben poco da invidiare al socialismo massimalista (Mussolini fu socialista nonché direttore de “l’Avanti”, quest’ultimo aspetto almeno fu ricordato). Peraltro si accusa Mussolini di aver copiato i “Fasci” dai “Fasci siciliani” ma nessuno ricorda che prima ancora di questi vi era il “Fascio Operaio” e che quindi l’evoluzione del termine “Fascio” si è ripresentata nel tempo con significato di “unione”.

Interessante anche l’origine del motto “Me ne frego” offerta dal nostro Presidente Anpi che sembrerebbe essere il motto dei giovani della prima guerra Mondiale. Potrebbe anche starci, ma fino ad un certo punto, chi veramente coniò quel “Me ne frego” fu Gabriele D’Annunzio e lo troviamo presente nei volantini lanciati da aviatori del Carnaro su Trieste e venne anche ricamato in oro al centro del gagliardetto azzurro dei legionari fiumani. E poi il “Me ne frego” non è assolutamente un motto del “menefreghismo”, anzi è l’individuo che dà tutto se stesso per la patria infischiandosene dei pericoli.

Ma poi arriva lo spettacolo (che vogliamo riportare virgolettato). Dice il nostro: “I socialisti, gli operai, se gli metti una pistola in mano, una rivoltella, si vergognano”. Signori, abbiamo quindi la spiegazione che biennio rosso non sta a significare la matrice politica, bensì il colore del viso di chi si vergognava con in mano una rivoltella (poi quando negli anni ’70 queste persone si sono trovate a fare squadra sempre per il rossore della vergogna passarono alla storia come “brigate rosse”!)

Arriviamo a oggi con il dibattito sulla fiamma e sul fatto che oggi si vorrebbero riproporre i valori fascisti (per una fiamma…) e quindi bisognerebbe preoccuparsi e temere (ora capisco che l’uomo nero ai bambini, che non sono più succulente pasto per i comunisti, è in realtà l’uomo, anzi la donna, in camicia nera). Alla “fiamma” vi è una “sfiammata” sul periodo stragista degli anni ’70 di matrice nera (ovviamente le brigate rosse sono come sopra e a Moro, prima di ammazzarlo, avranno detto “Chiediamo venia, se lei è d’accordo, ma solo se è d’accordo, anche se ci vergogniamo tenendo una pistola, dovremmo ammazzarla”). Peraltro si parla di Pino Rauti come fondatore di Ordine Nuovo implicato nelle stragi di matrice nera. Peccato che Pino Rauti abbia fondato il Centro Studi Ordine Nuovo e non ha mai aderito al Movimento e, per quanto riguarda la strage di Piazza Fontana e piazza della Loggia, pur essendo stato indagato, è stato assolto definitivamente nel 2010.

E arriva la carta del Neo-Fascimo! (potevamo non finire in bellezza?) Dopo aver affermato che Fini ha praticamente concluso la sua parabola politica al congresso di Fiuggi perché i “fascisti” non gli avrebbero perdonato quella svolta (son lenti i fascisti… ci son voluti più di 15 anni per farlo uscire di scena politicamente…) si arriva all’assalto della sede della CGIL di qualche mese fa. E alla fine si parla che ben poca roba è solo la condanna alle leggi razziali e quello che ha detto la Meloni (chissà, magari una crocifissione in diretta è ancor meglio oppure stare in ginocchio sui ceci… qualche altro potrebbe far vedere come si fa riconoscendo la gravità e la matrice delle foibe).

E, infine, la solita tiritera sul fatto che il nuovo Governo non vuole ridurre le diseguaglianze (ma la Sinistra dove era in questi ultimi anni?) oppure sul presidenzialismo e autonomia differenziata (peraltro voluta anche da qualche governatore di Sinistra) e quindi l’appello a tutte le opposizioni a difendere la Costituzione che è (questo è coro unanime da parecchi giorni) “antifascista” (ma il fascismo è nominato solo una volta e peraltro nelle norme transitorie) e che comunque anche la Sinistra ha provato a cambiare nel 2016…

p.s. ora capiamo perché certi ambienti sussultano a leggere la parola “merito” nel ministero dell’Istruzione: perché in storia (e comunque, prima che qualcuno dica il contrario, il Fascismo è da condannare come tutti i regimi illiberali, compresi quelli di matrice della sinistra, il nostro è un semplice volere essere obiettivi storicamente) sarebbero stati rimandati a settembre (anzi no, direttamente a Ottobre… il 28).

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