Questo brevissimo pezzo non è polemico credetemi, ma dettato solo da tanta amarezza.
Queste settimane estive non hanno fatto altro che certificare quello che da anni, mesi e giorni vado sostenendo a proposito del governo cittadino.
Guardiamoci intorno, cari concittadini e lettori, se pur nelle grandi difficoltà congiunturali, le comunità a noi vicino hanno resistito e rilanciato.
Vuoi con iniziative prettamente economiche, vuoi sulla qualità della vita o lo sviluppo turistico, risorsa tra le più importanti che possiamo lanciare e rilanciare anche noi in tutta la Sicilia e non solo.
Tanti lo hanno fatto, tanti lo stanno continuando a fare.
E noi?
La Città dei due Cristi, dei Baroni e delle 100 Chiese, di grandi artisti, musicisti, con un artigianato ultra fine e capacità imprenditoriali uniche, senza dimenticare il mondo rurale che è stato per secoli la vera spina dorsale della nostra comunità.
Già nel 1209 Federico II la insignì del privilegio di “Università Demaniale”. Ruggero di Altavilla la ripopolò con una colonia di Lombardi e Piemontesi del Monferrato che portarono un dialetto con elementi provenzali, liguri e piemontesi, il Gallo Italico, ancora oggi parlato.
In quel tardo medioevo venne realizzato e dipinto il soffitto ligneo della cattedrale, opera tra le più belle e importanti in Europa.
Ne 1528 fu insignita del titolo di Civitas Costantissima e di Baronessa e del titolo di Baronia Casaleni Inferiori. Nel 1535 in occasione di una sua visita, l’Imperatore Carlo V diede il titolo di “Barone” a diversi nobili. Da qui l’altro appellativo di “Città dei 24 Baroni”.
Nel ‘600 diventò la quarta città demaniale della Sicilia per numero di abitanti dopo Palermo, Catania e Messina. Nel '700 si contavano 260 famiglie nobiliari, 6 conventi,4 monasteri, 84 chiese. E da qui l’altro appellativo di “Città delle 100 chiese”.
Ancora oggi, mantiene nel ceppo medievale, tutto il suo splendore artistico.
I vicoli, le piazzette, con le scalinate a sali e scendi, tra palazzi nobiliari barocchi, chiese ricche di opere d’arte, raccontano ancora una storia millenaria come poche in Sicilia .
E come se non bastasse, la nostra CITTÀ è circondata dalla magnificenza dei verdi panorami, dei fitti boschi e pinete che sono una vera e propria. meraviglia. Perché si lambisce una delle più belle riserve naturali siciliane, quella di Monte Campanito.
Panorami mozzafiato che invece di rallegrarmi mi ratristano.
Mi ratristano perché come spesso accade, nella vita ci vuole anche tanta fortuna, e la nostra comunità, soprattutto negli ultimi 10,15 anni non è stata fortunata.
Non ha espresso una classe dirigente all'altezza della nostra storia, delle nostre tradizioni e del nostro patrimonio umano, artistico ed economico.
Gli altri, dicevo, hanno resistito e rilanciato, con progetti seri a breve, medio e lungo termine, noi no.
Hanno governato la nostra cittadina con faciloneria e disinteresse, come quelli che hanno il portafoglio pieno di soldi lasciatogli dal papà.
Un esempio?
Il soffitto ligneo un'opera che veramente può fare cambiare passo alla nostra comunità, e voi cari lettori vi ricordate quante volte in questi 10 anni si sono occupati di lui , soprattutto dopo che il restauro e la messa in sicurezza erano stati completati?
Non lo sapete immagino, ve lo dico io, due volte, dico due in dieci anni…..
Cari concittadini, questi non amano la nostra città, non amano la storia passata e presente della nostra comunità…
Hanno altri interessi…. Tanti altri interessi, ma non hanno quello del bene comune.
Io cerco in tutti modi di dare il mio contributo affinché qualcosa cambi….
Ma credetemi alcune volte la tristezza ha il sopravvento, e mi trasmette un grande senso d'impotenza….
E ora è una di quelle volte.
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