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Giuseppe Maria Amato

ASPETTATIVE

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Quando in una competizione elettorale democatica una parte politica esce nettamente vincente dalle urne (sebbene in parte a causa di una pessima legge elettorale) buona norma è che alla stessa parte politica venga affidato il compito di governare.

Questo è quanto è accaduto all'Italia.

Giorgia Meloni, leader indiscussa del centro destra italiano, sarà la nuova Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ognuno di noi, per la sua estrazione culturale e politica ha, oggi, le sue giuste aspettative e, credetemi, le mie non passano da una posizione sterilmente di parte.

Le stesse aspettative si sono già un buona quantità infrante sugli scogli della lista dei ministri e, mi si permetta, dei titoli dati ai singoli ministeri.

Intanto un drappello di ministri leghisti e lombardi. Senza alcuno spazio neanche per i loro compagni (si dice così) di partito veneti o piemontesi. Nisba, nothing, nada, solo il drappello degli stretti stretti.

Poi la scelta della Santanche al turismo... della serie la mettiamo lì perchè ha i suoi evidenti interessi. La stessa è quella che annoiata mortalmente dalla lunga strada che la portava a Cortina blaterò, in barba a qualsivoglia ragionamento che"ci voleva l'aeroporto".

Poi il fallimentare Musumeci, già Gran Governatore di una fu bellissima isola che si candida a Grandammiraglio del Sudd (con due D) e del Mare, un ministero che non si sa proprio cosa debba "minisciari". Ed ancora un basso, bassissimo livello, nomi banali, curricula, scusate curriculum, così lineari da apparire piatti, privi di qualsivoglia slancio.

Infine la scelta di forgiare nomi come quello della Sovranità alimentare, che mi verrebbe di dire che come primo decreto obbligherà all'uso del caffè di cicoria, di mettere insieme ambiente e sicurezza energetica, di creare quello dell'Istruzione e del merito...

Ma vero? Ma ci credono vero? E cosa dovrei aspettarmi dal Ministro per la Famiglia, Natalità e pari opportunità.

Il mattino mi pare sia con la bocca impastata magari dall'eccessivo champagne (o era spumante tricolore?) dei troppi brindisi del post vittoria.

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