Mercoledì 12 Febbraio, presso il teatro comunale di Assoro ( Assoro ha un teatro accogliente e pronto a ospitare sinanco le compagnie leonfortesi, dato che Leonforte un teatro non ce l'ha) è andata in scena Natalia Magni, con lo spettacolo Nella Rete, opera premiata con una menzione speciale all'ultimo Premio città di Leonforte. La cosa è stata possibile grazie alla collaborazione dei coniugi La Rocca, promotori finanziari e filantropi e mecenati e tanto altro ancora e NCT Canovaccio. Dorina Randisi, che dei coniugi La Rocca è la moglie, ha coinvolto ogni risorsa sul territorio ( preferendo attività gestite da donne perché bisogna fare rete anche in questo modo) con mail e telefonate, per pianificare un doppio appuntamento, che nonostante la seconda serata di un Sanremo "uallaroso" e omologato al clima vetero-nazionalista o forse per questo (chissà?), è stata molto partecipata. Nella Rete è un monologo che racconta in parallelo e sincrono la storia di una madre e una figlia adolescente. Due modi diversi di vivere un quotidiano comune a chiunque fosse in sala, ieri sera. Una storia segnata da innamoramenti adolescenziali, cyberbullismo, sexting e dramma iniziato con uno straziante vocale e, in sala, ogni persona, ha ricordato Larimar Annaloro, la 15enne di Piazza Armerina trovata impiccata a un albero del giardino di casa il 5 novembre scorso, per cui la procura dei minori di Caltanissetta sta indagando e per istigazione al suicido e per diffusione di immagini illecite e detenzione di materiale pornografico. Larimar aveva 15 anni e così pure i tanti suoi coetanei indagati per l'accaduto. Sopravvivere all'adolescenza dei figli è la massima aspirazione di un genitore, specie in un tempo come il nostro, carico di possibilità ma soffocato da un maschilismo tossico e impietoso, che alimenta in ogni adolescente il desiderio di essere unico/a, ma allo stesso tempo come tutte e tutti gli altri. Da genitore puoi solo pregare qualunque Essere in cielo, terra e ogni luogo, di proteggerlo quel figlio, quel figlio fragile, di comprendere quella bambina che ti adorava e ora ti odia ( non smettendo mai di amarti) perché è così che si cresce perché l’adolescenza e il periodo delle emozioni più intense e delle esperienze più vere. Un adolescente si butta con ogni cellula del suo corpo in quel che fa, se non altro perché è la prima volta e i media, i social network soprattutto, sottopongono questa generazione di adolescenti a stimoli che diventano addirittura più forti del normale sviluppo biologico. Più che la crescita fisica, anticipano atteggiamenti, comportamenti, pulsioni. E se il corpo è troppo giovane per viverle quelle esperienze, possono essere guai. E allora che fare? Educarli al rispetto di sé e degli altri, all'uso consapevole dell'immenso materiale anche pornografico che in rete, in Tv, nei social, pullula e sperare che passi presto per poi rimpiangerla per sempre questa benedetta e maledetta adolescenza. Una strepitosa Natalia Magni ha interpretato madre e figlia e poi ha chiacchierato con il pubblico, senza lesinare emozioni, dubbi e poche certezze. Questo è il teatro che ci piace. Grazie Dorina Randisi.
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