top of page
Piergiacomo La Via

ATTO DOVUTO?.... cà finìmila !

Se un atto amministrativo fosse “dovuto”, ma allo stesso tempo ingiusto, disdicevole, ripugnante (alle coscienze) o semplicemente inopportuno lo si adotta comunque ?

La risposta la troviamo, oltre che nel nostro vissuto personale, negli studi che abbiamo compiuto. Schola magistra vitae. La scuola è maestra di vita perché non serve soltanto a farci vincere un concorso al catasto o all’ospedale o a consentirci di esercitare una professione.

La scuola ci insegna a vivere nella società, insieme ai nostri simili, a volte ad occuparci dei loro problemi e delle loro ambasce, contribuisce a formarci. La scuola e la storia ci insegnano a compiere le scelte migliori e, soprattutto, quelle più giuste.

Antigone, per dare sepoltura alle spoglie del fratello che si trovavano fuori le mura della città, ha sfidato e violato il decreto di Creonte che glielo vietava. Perché ha applicato la norma morale e non quella giuridica.

Oggi le ragazze iraniane sfidano e infrangono le leggi criminali di quello Stato, rischiando le violenze degli aguzzini, le disumane carceri e, perfino, la morte per l’affermazione di GIUSTI principi di libertà e di autodeterminazione.

Ieri le “mondine” del Piemonte e dell’Emilia si stendevano sui binari e subivano i pestaggi dei gendarmi, opponendosi alle leggi del tempo e portando avanti la loro coraggiosa battaglia contro i padroni dalle “braghe bianche” per ottenere condizioni di lavoro più dignitose.

Quelle lotte, nei decenni a venire, sono state determinanti al conseguimento di importanti conquiste sociali per tutti gli operai e per le classi meno abbienti.

La storia è un continuo susseguirsi di opposizioni a leggi ingiuste e a provvedimenti che prevedono nequizie, a maggior ragione di inottemperanze ad “atti dovuti” qualora questi fossero sbagliati.

Per questo mi sembra semplicemente penosa la giustificazione di chi sostiene che sarebbe stato un <<atto dovuto>> eseguire i pignoramenti nei confronti di quei pensionati, artigiani o commercianti che tirano avanti tra mille difficoltà, perché non hanno pagato le tasse comunali.

E’, sempre ed in ogni caso, moralmente riprovevole pignorare “le librette” (così si chiamano in gergo i libretti bancari o postali) dove solitamente si trovano quei “risparmi” che gli anziani mettono da parte per le spese del funerale.

Peggio mi sento se poi NON E’ VERO che si tratta di “atto dovuto” e che invece si sarebbe potuto evitare.

Sul punto, per non cadere in noiose argomentazioni giuridiche, dico solo -com’è risaputo- che un atto amministrativo è “dovuto” solo quando la legge lo prevede come tale.

Ricorrere ad una procedura esecutiva, peraltro a tappeto, senza distinguere tra ricchi e poveri o tra piccoli e grandi evasori (avvalendosi di una società di recupero crediti alla quale andranno lauti compensi esborsati dai contribuenti), lungi dall’essere dovuto, è un atto semplicemente e tipicamente discrezionale. Cioè una scelta politica che l’amministrazione adotta se lo ritiene, in piena autonomia e senza che glielo imponga nessuno, tantomeno una legge o altro vincolo normativo.

D’altra parte se fosse stato un atto dovuto perché in Provincia di Enna, per quanto mi risulta, 19 Comuni su 20 non eseguono pignoramenti nei confronti dei loro concittadini per recuperare tasse ed imposte non pagate?

Magari, probabilmente, adottano sistemi meno traumatici e forse più efficaci come la rateizzazione, il saldo e stralcio o, nei casi di necessità, la rottamazione.

La procedura del pignoramento è l’extrema ratio, non la regola.

E soprattutto, come si è visto, non è un atto dovuto.

Le castronerie (così come le bugie) hanno le gambe corte.

Smettiamola di ripeterle, non so se impropriamente o in maafede.

Comunque, smettiamola.

O, nella mia lingua madre, cà finìmila !

0 commenti

Comments


bottom of page