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Francesco Salamone

“BIVIMU CARUSI” - COSÌ CI ENTUSIASMAVA U ZIU COLA IL “FANTOCCIO EUROPEO” CI TOGLIE PURE IL VIN?


“BIVIMU CARUSI” - COSÌ CI ENTUSIASMAVA U ZIU COLA IL “FANTOCCIO EUROPEO” VUOLE TOGLIERCI PURE IL VINO Quando accompagnavo le mie figlie al parco giochi, se mi avvicinavo a qualcosa che potesse essere sporco e pericoloso, raccomandavo loro "Evitatela, è cacca, è cacca". Le bambine certamente non avrebbero mai capito dotte spiegazioni chimiche, ma di fronte alla parola "cacca", avrebbero compreso al volo che era qualcosa che non si dovesse toccare. E' pensando a questi aneddoti che in questi giorni assisto all'ennesima crociata contro un alimento base della nostra tavola, il vino. Anche Bacco, infatti, viene oggi attraversato dalla furia cieca della cancel culture, che non tocca soltanto quello che non possiamo più dire ma anche quello che non si può più bere e mangiare. Sembra di assistere a Francesco che dice alle sue figlie “è cancro, è cancro”. Con la differenza che non siamo di fronte a Francesco al parco giochi con le sue figlie, ma dinnanzi a gente senza scrupoli, purtroppo. Affidiamoci, però, ora alla logica, senza fermarci soltanto a puntare il dito contro l’ultimo degli editti scientifici che ha detto al mondo intero che il consumo di alcool fa venire il tumore e illanguidire il cervello. Stare in salute è un equilibrio tra concause, anche sconosciute, che possono farci ammalare, e la capacità da parte dell'organismo di saperle disattivare. E il cancro sembra essere la rottura di questo equilibrio. Nel tempo ci hanno chiarito così un punto: ammalarsi o non ammalarsi di cancro dipende da un equilibrio di fattori, ed è la ragione che sta alla base, per esempio, del fatto che parecchi accaniti fumatori muoiono tranquillamente nel proprio letto, raggiungendo longevità che non rientrano oggi nei meandri allarmistici degli attuali diktat sanitari. Il vino, infatti, lo hanno infilato in questa cloaca delirante del terrorismo sanitario … come il fumo. (che a me repelle. Io non ho mai fumato. Quando ero ragazzo selezionavo le mie liaison soprattutto in base al fumo. Se facevano fetore di fumo, via.) Naturalmente questo non significa che dobbiamo bere litri di vino e fumare come drogati, ma solo usare la logica che è la madre e la base di tutte le scienze. Che dice che se il cancro, come ogni malattia, altro è che la rottura di un equilibrio, e questo equilibrio diventa molto più sottile e labile col trascorrere degli anni, è del tutto insensato dare la colpa ad una singola causa, ma bisogna lavorare sull'equilibrio in generale. E certamente se ci si sbronza ogni sera siamo a rischio senza che qualche scienziato lo venga a ricordare. Questo sottilissimo equilibrio va preservato ogni giorno, non demonizzando questa o quell'altra causa, ma adottando un generale stile di vita che si compone di cose molto semplici, ivi compresa la rassegnazione all'idea che, quando si invecchia, si muore e che alcune malattie mortali sono scritte nel nostro corredo genetico come difetti di fabbricazione. Ma evidentemente queste mie ovvietà si scontrano con gli interessi delle case farmaceutiche, le quali non speculano sulla salute delle persone né sulla loro morte, ma sulla loro agonia. E quando gli interessi di queste multinazionali si incrociano con quelli dei loro valvassini di Bruxelles, si scopre ancora una volta che c’è chi vuole colpire da anni il settore agroalimentare italiano. Abbiamo già dimenticato la devastante operazione di desertificazione del comparto zootecnico attraverso i sedicenti piani sanitari contro la brucellosi? Il matrimonio di affari tra interessi sanitari e certi equilibri di un Risiko internazionale, a dir poco inquietanti, sono il vero cancro che minaccia il nostro quotidiano. Altro che il vino. “Bivimu carusi!” - così ci entusiasmava u Ziu Cola ….

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