“Non da oggi la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica “, P. Secchia : politico e antifascista.
Recentemente l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha diramato un comunicato per denunciare l'uso del servizio pubblico ridotto a megafono del governo. Monopolizzare la comunicazione è funzionale al potere, da sempre. L’informazione non è solo potere ma diviene anche una grande fonte di profitto, diviene merce. Esistono quindi multinazionali dell’informazione come per altri settori, che come le altre multinazionali, tendono a fusioni e concentrazioni. Proprio la natura e complessità di questo determinato tipo di enormi imprese, i monopoli della comunicazione, sono un esempio palese del livello di instaurazione di un potere realmente dittatoriale che lotta con tutti i mezzi per mantenere la sua posizione dominante sulle masse. Pochi Gruppi Editoriali italiani controllano la quasi totalità di giornali, tv, radio, case editrici, così come la produzione e distribuzione cinematografica e portali internet. Un complesso groviglio di testate, gruppi e nomi di tecnici intermediari che compaiono in questi e quelli CdA a rappresentare gli interessi di uno o più gruppi, ma che rappresentano gli interessi di un’unica classe. Anche Internet, si regge sui grandi monopoli del settore come Google, Microsoft, Twitter o Facebook ecc… che controllano le principali reti. Questi ci consegnano risultati di ricerca che influenzano il modo di fruire internet e di ricevere informazioni, e quindi attraverso la rete, il mondo. Come ogni prodotto che nasce in seno al capitalismo, anche in questo campo l’obiettivo è quello di soddisfare non le necessità delle masse, ma assicurare enormi somme milionarie a coloro che ne sono proprietari.. L’informazione, è merce e dunque chi detiene il potere dei mezzi di comunicazione, detiene il controllo dei consumatori: noi tutte e tutti. Come si può pensare dunque di definire l’informazione prodotta direttamente dai grandi gruppi industriali, bancari e finanziari come “libertà di stampa”? Marx affermava che “la prima libertà della stampa consiste nel non essere un’industria, un mestiere”, partendo da ciò ne deriva che è solo “cretinismo” piccolo-borghese sperare che possono esistere dei giornali e/o giornalisti “neutri” o “vergini” all’interno dell’apparato del sistema soprattutto mediatico, essendo al servizio dell’ideologia e cultura borghese e degli interessi dei lori padroni, vivendo sui finanziamenti statali, derivanti da pubblicità o direttamente dai grandi gruppi finanziari e industriali. Quasi l'intero panorama editoriale siciliano è stato fagocitato dal gruppo Digitrend srl "l'hosting ideale per gli editori, l'unico distributore del servizio in Italia". Così si descrivono sul loro sito. Vivienna da un anno è parte del gruppo Digitrend e nell'editoriale di giubilo per l'anniversario, firmato dal dott. Semilia, si elencano i successi e si demonizzano quanti " abituati a giornali sordi, incapaci di aprirsi autenticamente al territorio ed alle istituzioni" non gradiscono il lavoro d'informazione della nuova Vivienna e infatti così continua: " Ed è forse per questo che le nostre iniziative non sono gradite a piccole porzioni isolate della comunità della provincia di Enna ed è forse per questo motivo che sono nati in questo periodo tentativi editoriali rabberciati con la sola mesta ambizione di ripristinare una condizione di controllo iper locale dell'informazione". L'informazione iper locale è quella di prossimità che nasce dal bisogno di dare voce alle piccole realtà, trascurate dagli altri perché denigrarla dunque? Quale Davide potrebbe scalfire il Golia dell'informazione strutturata e radicata ovunque? Continui Vivienna a fare quello che ha sempre fatto e lasci a chi crede nel valore di ogni singola storia e voci la libertà di continuare a farlo.
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