Fino ad oggi pomeriggio mi sembrava un maledettissimo brutto sogno.
Nicola con c’è più, e pure c’è.
La sua immagine è nitida nel mio ricordo, sia come uomo che come amico, sempre attento, rispettoso, con tante cose da dire e con una grande capacità di mettere di buon umore.
Sia come poeta, giornalista, opinionista e sia come compagno, si diciamolo pure, Nicola Amoruso per quasi tutta la sua vita è stato un compagno, con la passione di chi spinge ad osare sempre.
E per decenni attraverso la sua militanza a sinistra ha cercato di spingere la nostra cittadina vero quei valori e quelle pratiche che sono patrimonio della sinistra sociale, laica, onesta e sincera.
Nicola era un compagno in tutti sensi, come ideale politico e come colui che ha accompagnato nel viaggio politico e umano tantissimi giovani della nostra città, io tra i tanti,.
Dalle assemblee dei comitati studenteschi, alle letture delle poesie, dagli articoli pungenti e severi ( ma mai cattivi..), apparsi tra le varie testate da lui fondate, “ SISI NONO,MAGNANA E DINTORNI; IL BREVIARIO….” alle conferenze e agli incontri culturali.
E poi la politica, sempre la politica, dalla NUOVA SINISTRA UNITA, di cui, della sezione di Nicosia fu uno dei fondatori, ai movimenti civici, fino a quella mostra antimafia, portata in piazza Garibaldi dove venne sequestrata, per poi essere dissequestrata e ri esposta con dignità, orgoglio e consapevolezza della dura partita che si stava giocando.
Nicola era una persona sicuramente delicata, ma con una grande voglia di realizzarsi fino in fondo, con progettualità e voglia di riscatto per se stesso e per tutti gli altri, gli ultimi e i più fragili prima di tutti.
Sapeva dove stava andando, si sforzava di cambiare e capire il mondo. Aveva le sue idee e si batteva per queste.
Una persona forte, fresca, determinata, dalla schiena dritta ed è così che mi ricorderò sempre di lui.
Delle tante, tantissime, cose che mi porterò con me ogni giorno, c’è senz’altro suo il sorriso, c'è il ricordo del suo cappello, le discussioni sul calcio, lui amava tanto questo sport e qualche ricordo vago delle sue partite a calcetto...rigorosamente in attacco.
Adesso Nicola ha fatto finta di andarsene, infatti e sempre qui, insieme a noi, nell'immaginare e vivere una Nicosia diversa, nel non accontentarsi di ciò che c'è e della deriva in cui stiamo sprofondando.
L’ultima volta lo vidi alla conferenza sulle lotte sociali a Nicosia e qualche giorno dopo all’ufficio postale, pochi minuti ma abbiamo parlato di tutto tra sorrisi e qualche imprecazione.
I valori che molto spesso abbiamo condiviso e alcune volte no, con i quali siamo cresciuti insieme in questi 40 anni e per i quali ho continuato ad organizzare decine di presentazioni di libri, dibattiti, convegni, finanche questo blog , mi guideranno ancora accompagnati dal suo ricordo.
Con Germinal e con molto altro non smetterò un secondo di lottare, lo farò con ancora più rabbia di prima, la nostra degna rabbia, perché un fraterno amico, non c'è più, ma come in tanti dicono: “chi ha compagni non muore mai”.
Mi stringo ancora una volta intorno alla famiglia, facendoci forza l'un l'altro.
La forza che in tanti anni ha contraddistinto anche Nicola.
Nicola c'è, ed è qui con noi, come sempre.
Hasta siempre
seguito della poesia:
pomeriggi estivi.
Il rumore di un clacson
mandò in frantumi quel ricordo
come una bolla di sapone
che plana sulla punta di un chiodo.
Dovevate essere arrivati al Belvedere
capolinea della libera uscita
dalle vostre rispettive prigioni
la prigione del buio
e quella del tuo esilio lontano.
Questa poesia l'ho inserita, anni fa, in omaggio all' amico Nicola, nel mio libro "le mule del Barone".
Antonio Ridolfo. Follonica.
Purtroppo la poesia risulta mozzata, provo a continuarla:
e un figlio venuto da lontano
a trovarlo.
Mentre proseguivate verso via Roma
un lontano ricordo di te
della nostra comune adolescenza
mi accompagnò fino alla Piazza.
Uscendo, la sera, ci raccontavi
del ferro incandescente
del maglio che gli dava forma
del fuoco d'artificio della forgia
del fumo che ti chiudeva gli occhi
e ti faceva tossire.
Passavi così le tue vacanze
e la domenica
tornato ragazzo per un giorno
ci dicevi l'orgoglio e la fatica
dei tuoi giorni feriali
nella bottega di tuo padre.
Per me e per gli altri del gruppo
era domenica ogni giorno
e tu invidiavi (forse disprezzavi)
il nostro dolce far niente
i nostri pigri, vuoti, malinconici
Nel condivedere le tue
bellissime parole,voglio ricordare l'amico Nicola, con questa sua poesia, dedicata a mio padre e a me:
LA BOTTEGA DEL FABBRO
Ti ho visto,con tuo padre.Pometiggio di giugno-
Poca gente per strada.Aperto solo il giornalaio.
Gli facevi da guida,tenendolo per il braccio
piegato su di lui
come una Pietà tutta al maschile.
Gli parlavi all'orecchio
come a un bambino curioso di sapere
dicendogli la strada,il nome
di un conoscente che passa e lo saluta
facendogli vedere coi tuoi occhi
igerani
appesi all'iferriata della chiesa
dedicata al santo del tuo onomastico.
Non ti accorgesti di me sul marciapiede opposto
io stesso non volli disturbare
le vostre parole sommesse
quella comunione di tenerezza
tra un padre offeso dali anni