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Immagine del redattoreGabriella Grasso

“Ciao Bello anzi Bello Ciao”

Nella notte fra il 18 e il 19 di settembre, con un “Ciao Bella...” su Facebook, il sindaco di Leonforte revocava la carica di assessore alla dott. Cinzia Cammarata, rea di aver applaudito il candidato “sbagliato”. La mattina dopo, la revoca veniva articolata con una serie di motivazioni gravi anzi gravissime, che però non avevano avuto note ufficiali di richiamo, precedenti il comizio del “nemico”. Un Ciao Bello veniva postato anche al presidente del Consiglio comunale, qualche giorno dopo, senza alcuna motivazione se non la stessa di cui sopra e con un Ciao Bello i leonfortesi hanno salutato il primo cittadino, che ha ottenuto poco più di 700 voti alle regionali mentre il suo partito Fratelli d’Italia si attestava al 26, 24% nel Paese e contribuiva a determinare l’ascesa di Schifani. “Farò il ponte sullo stretto” ha detto Schifani, diventato governatore.

Certamente.


I risultati elettorali a Leonforte hanno seguito una tendenza opposta a quella nazionale: il PD ha ottenuto 1.335 voti di lista; seguito da Cateno De Luca con 1.324 di cui 475 alla candidata Rosa Maria; Fratelli d’Italia ha avuto 931 voti, 28 a Pagana, uno sarà stato quello della zia di Pietrangelo Buttafuoco, che l’ha usata per uno spot poco convincente dati i risultati; il M5S 914; Forza Italia 492; Mpa 318 e niente il duo Calenda/Renzi. Il partito più votato, con il 60% è stato quello degli astenuti, fra questi, certamente, il presidente del Comitato pro ospedale Turi Castrogiovanni, che ha rivendicato su Facebook la sua azione di protesta, appoggiata dal sindaco e poi osteggiata dallo stesso. Il cittadino Carmelo Barbera alle precedenti elezioni regionali, sempre con Fratelli d’Italia allora al 4%, aveva ottenuto 950 voti e una candidatura a sindaco con esito favorevole. Carmelo Barbera, non più semplice cittadino ma sindaco in carica, ottiene invece una bocciatura. I leonfortesi non l’hanno votato. Leonforte, come i paesi del circondario, ha scelto un altro sindaco in carica e al secondo mandato: Sebastiano Fabio Venezia, che ha portato il PD al 22% nell’ennese, contro il minimo storico del 26% dell’intera coalizione di centro sinistra nel Paese, ottenendo più di 12.500 voti, la quasi totalità dei voti di lista. Venezia ha vinto perché la gente ha riconosciuto i suoi meriti. Il suo partito ha clamorosamente perso e anche il leader indiscusso della sinistra ennese, Mirello Crisafulli ha perso infatti i “suoi” non hanno avuto buoni risultati. Queste elezioni hanno dimostrato la fragilità del sistema elettorale, contorto e respingente e l’incapacità amministrativa di alcuni sindaci. Una riflessione va certo fatta e una domanda pure: a Leonforte cosa farà l’opposizione, diventata di maggioranza con il defilarsi del presidente del Consiglio? Continuerà a galleggiare in attesa che scada il mandato o chiederà spiegazioni per questo ennesimo fallimento? Il paese ha parlato, ora tocca alla politica.

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