Oggi pubblichiamo un intervento della scrittrice Dacia Maraini che partendo dallo stupro al Foro Italico a Palermo, affronta molte questioni fondamentali della qualità della vita che viviamo.
La scrittrice: "Non è colpa dei giovani i quali purtroppo sono preda di una cultura della prepotenz. Gli va insegnato il rispetto e il sentimento, e lo deve fare la scuola che deve prendere in carico l'educazione al sentimento' cosa che va insegnata e che spesso le famiglie non sanno fare"
La pessima influenza della rete e dei social sui ragazzi genera mostruosità come quella dello stupro di gruppo di Palermo perché i giovani imparano il linguaggio dello stupro, della violenza e della pornografia. E' questa in sintesi la riflessione che la scrittrice Dacia Maraini, di origini palermitane da parte di madre, affida all'Adnkronos sullo stupro di gruppo che a luglio scorso ha visto sette ragazzi violentare una diciannovenne al Foro Italico.
"C'è una pessima influenza della rete e dei social, dove i ragazzi imparano il linguaggio dello stupro, della violenza, della pornografia - afferma l'autrice de 'La lunga vita di Marianna Ucria' - Non è colpa dei giovani i quali purtroppo sono preda di una cultura della prepotenza, della violenza. Gli va insegnato il rispetto e il sentimento, e lo deve fare la scuola che deve prendere in carico l''educazione al sentimento', cosa che va insegnata e che spesso le famiglie non sanno fare".
Un obiettivo difficile da raggiungere perché "queste famiglie, che non è vero che sono sempre di estrazione sociale bassa, spesso non accettano l'autorevolezza degli insegnanti e della scuola. E anche questo purtroppo è il risultato di una cultura che arriva dai social e dalla rete in generale, dove si dice che 'uno vale uno', ossia che la mia opinione è uguale a quella di uno specialista della materia. Un andazzo culturale dei nostri tempi che va corretto imparando che invece bisogna affidarsi a chi è esperto del tema.
Un male della nostra epoca da cui dovremmo tirarci fuori e recuperare il rispetto della conoscenza e della competenza. D'altronde - conclude Dacia Maraini - se io devo togliermi un dente vado da un dentista esperto, non da chiunque. La propaganda dell''uno vale uno' è stata un vero disastro".
Fu il vescovo Muratore che sospese il palio.
Con l'assenso, perché non fecero nulla per impedirgli dell'allora sindaco Catania e del presidente del Consiglio Bonelli.
Da lì nasce tutta la polemica.
Poi per ultimo, da anni chiedo di riprenderlo ed aprire un tavolo con la curia sia sia per questa manifestazione che per trovare una soluzione per la fruibilità del soffitto ligneo della cattedrale .
Encomiabile l'iniziativa, facciamola pure scopiazzare, l'importante è che si rifaccia nuovamente. Non capisco che c'azzecca il vescovo