In Italia si contano tre mila vittime all’anno, ma mancano le strutture.
Secondo l’Osservatorio del Ministero della Salute sono più di 3 milioni le persone ammalate. Si è abbassata moltissimo l’età di esordio, si ammalano bambini di 8-10 anni, con conseguenze più gravi.
I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.
Poca però è l’attenzione delle istituzioni nei confronti di queste malattie nonostante i dati confermino l’aumento tra i giovanissimi. Nel nostro Paese non vi sono ancora sufficienti centri specializzati e non tutte le Regioni hanno strutture adeguate, il che obbliga le famiglie a spostarsi di continuo, cosa che sconvolge ancora di più la vita dei pazienti. A Enna non esiste un centro per la cura dei Dca e l’ambulatorio è privo di sufficiente personale. Mancano i dottori, ma aumentano i malati soprattutto dopo le ondate pandemiche con annessi lockdown. Cosa devono fare le famiglie che vivono questo dramma? A chi debbono rivolgersi? Il Ferro/Branciforti/Capra fu indicato per ospitare un centro di cura per queste patologie. Il prossimo governatore della Sicilia saprà usare gli innumerevoli edifici dell’Asp, abbandonati da tempo o destinati all’abbandono? I siciliani pagano le tasse come i lombardi, eppure a noi i servizi essenziali vengono negati. Perché?
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