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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Dimostrateci che abbiamo torto

Dimostrateci che abbiamo torto quando raccontiamo l’indifferenza della politica di fronte al malessere comune, alla malasanità e all’illegalità normata.

Dimostrateci che abbiamo torto quando pretendiamo risposte da un’amministrazione interessata solo a esserci o a postare sui social l’ordinario, spacciandolo per eccezionale

Dimostrateci che abbiamo torto quando ridiamo del giornalismo asservito e indignato solo con chi scrive quello che loro non osano neppure pensare.

Dimostratelo.

Su Facebook, qualche giorno fa, è stata postata questa considerazione: “...ed intanto ieri, nella mia provincia, ad un giovane amico, padre di famiglia, qualificato e laborioso per 10/12 ore di lavoro in una casa di riposo, hanno proposto 600 euro mensili...” i commenti, tanti e tutti articolati, ribadivano la normalità della cosa, con parole diverse, aggiungendo aneddoti personali o famigliari e considerazioni sul Reddito di cittadinanza, “unica alternativa allo schiavismo legalizzato”. Nella provincia ennese, il lavoro manca e quello che c’è è mal retribuito eppure i paesani si dividono fra percettori di RDC e castigatori di RDC. Gli imprenditori edili e agricoli lamentano la mancanza di manodopera anche onestamente retribuita e rimandano alla perdita di ogni etica del lavoro, i braccianti e i manovali dimostrano che non conviene lavorare.


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