Sono passati 42 anni dalla strage di Bologna.
Era il 2 agosto del 1980 quando una bomba esplose alla stazione dei treni. Morirono 85 persone e 216 restarono ferite. La verità giudiziaria ha affermato che la strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai servizi segreti italiani ed eseguita dai fascisti.
Anni di processi hanno portato a vari gradi di giudizio: 1987; appello nel 1990 che ribalta il verdetto di primo grado, assolvendo tutti gli indagati. 23 novembre 1995: si giunge a sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Vengono condannati all'ergastolo, quali esecutori materiali dell'attentato, i neofascisti dei NAR: Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Vengono invece condannati a 10 anni, per il depistaggio delle indagini, l'ex capo della loggia massonica “P2” Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e i due alti ufficiali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, rispettivamente generale e colonnello del servizio segreto militare (SISMI).
Nel 2007 viene poi condannato a 30 anni per l’esecuzione della strage anche Luigi Ciavardini (minorenne all’epoca dei fatti). Restano ancora ignoti i mandanti della strage.
Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime delle strage alla stazione del 2 agosto 1980, ricordando i morti della strage, ha detto:
“Noi abbiamo avuto dei servizi segreti che si sono comportati in quel modo, ma chi ha nominato i servizi segreti erano i politici; nel 1978 furono nominati i vertici dei servizi segreti tutti iscritti alla loggia massonica P2 dal governo presieduto da Andreotti con l’avvallo di Cossiga, ministro degli Interni e quando parliamo dei servizi segreti deviati e delle schegge impazzite è un modo come un altro per limitare la responsabilità dei politici che hanno nominato quella gente”.
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