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Domenico Giaconia

EMIGRARE, ABBANDONARE, RINASCERE!



L’uomo è un “animale errante” da migliaia di anni. Le emigrazioni di piccoli o grandi gruppi di persone da un posto all’altro del globo non sono altro che una naturale tendenza al “riequilibrio”, un “riallineamento” socio-economico. I milioni di uomini e donne che hanno lasciato per sempre il loro luogo natio hanno sperato in un miglioramento della loro vita abitando luoghi più “ospitali”. La Sicilia ed i siciliani conoscono bene cosa significa questo; i nicosiani benissimo! Nel biennio 1886-87 dal Circondario di Nicosia emigrarono 718 poveri villici e borgesi e solo nel suo capoluogo, Nicosia, furono 457: 212 nel 1886 e 245 nel 1887. Se si pensa che nel resto dell’allora nostra provincia di Catania furono soltanto 91 in quel biennio ad emigrare, ci si immagina quanto la città soffrisse di quel male che si chiama “arretratezza”. Il fenomeno fu destinato, negli anni immediatamente successivi a crescere quasi esponenzialmente: nel solo 1895 emigrarono in 895, nel 1905 furono in 1142. Le cause, chi legge, se le immagina già: ricco ed avido notabilato locale, crescita demografica, sfruttamento e miseria in un territorio fondamentalmente destinato al latifondo improduttivo. Si scappava dalla propria terra! Lo si fa ancora oggi? Credo proprio di sì. Niente retorica della “resistenza tout court” nè del politicamente corretto di fumose discussioni sulla ripresa economica e sugli investimenti futuri in una terra destinata ad essere “matrigna”. Se si resta, oggi come ieri, si rischia di languire “vita natural durante”, osservare solo l’altrui benessere e…soffrire. Punto!

Il post dell’amico Giuseppe Raspanti di alcuni giorni fa sulla figura del vescovo argentino Miguel Raspanti (suo lontano parente?) di origini nicosiane mi ha riportato a mie precedenti riflessioni sulla questione “emigrazione”. Le note biografiche sul presule italo-argentino, presenti nel post, lambiscono soltanto il concetto di “provenienza” ed il senso della presenza in un luogo così lontano di un individuo con un cognome “straniero”. Tra le migliaia di nicosiani che dal 1886 e per tutta l’intera parte restante dell’800, affrontarono il lungo e periglioso viaggio verso l’altro emisfero (prevalentemente verso l’Argentina, solo pochi in Brasile ed Uruguay ma quasi nessuno ancora nel Nord America) vi furono anche parecchi nuclei familiari imparentati tra loro. Partivano “trascinandosi” l’un l’altro, mossi da speranze e dalla comunione del loro dolore per il distacco, tutti insieme in un comune straziante ed interminabile viaggio o gli uni che raggiungevano gli altri dopo pochi mesi. Tra essi il padre del futuro Vescovo, il nicosiano Giuseppe Santo Raspanti (detto Santo) figlio di Santo e di Arcangela Bruno, nato nel 1860, che emigrò in quegli anni (tra il 1886 ed il 1894) stabilendosi a Cordoba, seconda città per popolazione dopo Buenos Aires, dove sarà presente da quegli anni in poi una sempre più numerosa comunità di nicosiani; lì arriva anche una giovane donna, Nicola, sua cugina, figlia di Marco Bruno e Luisa D’Amico: anche lei si trova a Cordoba. I due si sposano in quella città nel 1896. Altri loro parenti saranno già Lì o sono insieme a loro giunti a Cordoba, o arriveranno subito dopo: Epifania Bruno, cugina di Nicola e anche Carmelo Bruno cugino di entrambi. Carmelo ed Epifania, come Santo Raspanti e Nicola Bruno si sposeranno, sempre in quella città, nello stesso anno. Certamente si sacrificheranno, inizialmente accetteranno umili lavori ma… andranno avanti. Dalle loro unioni nasceranno numerosi figli e tra essi Miguel Raspanti nel 1904 e Cayetano Bruno nel 1912. Entrambi, insieme a Bartolomè, fratello del Cayetano, saranno destinati alla carriera ecclesiastica, tutti e tre salesiani.

Il Miguel Raspanti sarà ordinato sacerdote nel 1928 a Torino, ritornerà più volte in Italia. Superiore della Provincia di San Francisco de Sales di Buenos Aires, sarà nominato Vescovo nel 1957 della neonata diocesi di Moròs. Parteciperà a tutte e quattro le sessioni del Concilio Vaticano II come Padre Conciliare. Si ritirerà nel collegio salesiano di Ramos Mejia. Morirà nel 1991. A lui è intitolato l'Instituto Monseñor Miguel Raspanti di Haedo riconosciuto dall’Unesco.

Il cugino Cayetano Bruno studia Teologia e Filosofia presso l'Istituto Internazionale Villada, viene ordinato sacerdote a Córdoba nel 1936; consegue il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense a Roma nel 1939. Professore di Diritto e Liturgia presso l'Istituto Villada e dal 1953 docente di Diritto Canonico all'Università Salesiana di Torino e, quando l’Ateneo nel 1957 si trasferisce a Roma, ne diventa Preside fino al 1965 anno della fine del Concilio (magari ritorneranno insieme al cugino Miguel in “patria”). E’ considerato il più grande storico della chiesa argentina; autore di numerosi libri, membro del Consiglio di Storia Ecclesiastica Argentina e della Reale Accademia di Storia di Madrid. Muore nel 2003.

I due cugini prelati non sono stati accomunati solo da rapporti di parentela e di legame “salesiano” ma avranno in comune un profondo e costante rapporto umano e religioso con Jorge Mario Bergoglio, il futuro Papa Francesco. L’antica amicizia risale a quando, nel 1949, l’allora tredicenne Bergoglio frequenta il Colegio Wilfrid Baròn de los Santos Angeles Ramos Mejia: il Raspanti (Ispettore in quel Collegio) lo influenzerà, dirà Papa Francesco, con la preghiera e avrà con il futuro Vescovo un rapporto travagliato negli anni della dittatura in Argentina; con padre Bruno, in quell’anno di permanenza di Bergoglio nel collegio salesiano, comincerà una lunghissima e profonda amicizia fino alla morte dello stesso Bruno avvenuta nel 2003 (Papa Francesco pubblicherà nel 2015 il libro “Papa Francesco e Don Bosco”, che raccoglie quattro lettere che il giovane Bergoglio invierà al salesiano Padre Bruno).

Ci si chiede quindi: avremmo avuto tali personalità se un giorno di fine ottocento quegli uomini e quelle donne nicosiane non avessero deciso di migrare “dall’altra parte del mondo”? A voi la risposta! N.B. Le foto di Padre Bruno e del Vescovo Raspanti (accanto a Papa Giovanni XXIII) sono state prelevate dalla rete.



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