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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Femminicidi. Continua la mattanza

Di Filippo Turetta, arrestato per il femminicidio di Giulia Cecchettin, sappiamo cosa desidera leggere e di che lunghezza ha la barba. I giornali e i telegiornali dedicano all'argomento ampio spazio mentre nel Paese si consumano altri femminicidi. Nella stessa giornata di martedì 28 novembre , in Puglia e in Emilia Romagna, due uomini hanno ucciso le rispettive consorti. A Salsomaggiore e ad Andria. Il femminicida di Salsomaggiore è "un uomo indiano" l'altro è un uomo, senza nazionalità specificata. Insistere sull'origine del femminicida serve alla narrazione xenofoba, ma nulla di nuovo aggiunge alla dinamica nota e comune a uomini di tutte le età, nazionalità, estrazione culturale e economica. I femminicidi sono trasversali e mentre proseguono, sui social spuntano questi post: " Corteggi? E' stalking. Fai un apprezzamento? E' catcalling. Spieghi? E' mansplaining. Non ci provi perché è brutta? E' bodyshaming. Se non ci fosse stato l'inglese, probabilmente qualcuno trombava ancora". Demenziale. La questione è tristemente urgente, occorrerebbe riconoscere le red flags ossia i segnali d'allarme che precedono gli episodi violenti e iniziare una formazione non stereotipata a partire dalla consapevolezza che per quasi il 40% degli uomini (39,3%) una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero lo vuole. Di questi , quasi il 20%, pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle donne. Inoltre Il 48,7% degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. Sono i primi risultati dell’indagine sugli Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza, presentata dall’Istat a pochi giorni dal 25 novembre. Altro messaggio importante ricavato dai dati è questo: La violenza si perpetua. Chi ha assistito alla violenza ha tassi 5 volte più elevati di agire violenza. Sarebbe interessante sapere se chi ha postato idiozie sessiste ha letto di idiozie sessiste. Probabilmente avrà letto solo quelle.



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