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Giorgio Aurispa

FENOMENOLOGIA DELL’HATER ( L'ODIATORE)

Aggiornamento: 28 ago 2022

Nella dialettica politica, paesana come nazionale (ma la paesana è più grave perché in mezzo vi è anche il fatto che ci conosciamo tutti), un attributo ormai in voga per additare un avversario politico è quello di “hater”, ovvero odiatore, ma ancor più e peggio “disfattista”. Premessa obbligata il fatto che gli haters sul web esistono, ma sono ben altra cosa rispetto a chi, senza travalicare i limiti dell’educazione e del senso civico, cerca di esprimere una propria opinione. E lo si sa bene che l’opinione, soprattutto quando è lontana da quello della massa e dal leader che comanda quella massa, è qualcosa di fastidioso e forse, dato che diamo troppo per scontato la nostra libertà di esprimerci, ci siamo troppo disaffezionati alla dialettica, sale della democrazia, inserendo nella società dei germi para-dittatoriali. È la politica del voler ridurre al silenzio l’avversario alzando la voce e quindi ricorrendo ad una “forza”, oppure di fare la “conta” dei fedelissimi e radunarli in branco (e oggi il branco si conta con i like su facebook) od altre metodologie psicologiche che tanti studi hanno affrontato e certamente affronteranno. E con questi strumenti poi il leader si sente autorizzato ad imporre la propria visione, bollando come disfattisti tutti gli altri che la pensano in maniera differente. Spesso se ne escono facendo le vittime di chissà quale complotto, oppure vittime dell’ingratitudine di chi non riconosce quanto da loro fatto e quel fatto, quando vengono a trovarsi nel vicolo cieco di aver fatto cose ordinarie, dicono “intanto io l’ho fatto, se non ti sta bene prova a farlo tu”. In questa frase c’è tutto un mondo. Intanto potrebbe rispondersi “una cosa o la si fa bene o non la si fa” e poi il “prova a farlo tu”, dinnanzi ad una politica in cui si premia non colui che ha un’idea del fare ma l’idea di come creare clientelismo, è naturale che la massa clientelizzata sceglierà quest’ultimo che oltre a non saper fare bene le cose toglie alla massa la possibilità di poter avere come leader uno più valido. “Prova a farlo tu” ok… ma che ne sia data la possibilità a quel tu e che quel tu ne abbia anche la possibilità materiale di poterlo fare. Altrimenti, in democrazia è sempre valido il diritto di critica che non può essere sminuito con attributi ben poco rispettosi della democrazia stessa.

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