La Sardegna tutta, ma anche la vicina Provincia di Agrigento, hanno insegnato che le aree occupate dai militari sono storie di omissioni e di silenzi da parte di quelli che cercano in tutti i modi di celare il danno, di sminuire il problema. È ormai acclarato che “le zone militari”, ancorché pacifiche o di gente che ama giocare ai soldatini o al Risiko, sono spazi comunque di invasione e inquinamento, dagli effetti spesso irreversibili. Per questo anche io sento il dovere di associarmi al coro, per fortuna quasi unanime, di veemente protesta contro la improvvida e scellerata decisione degli odierni Amministratori di Gangi, Nicosia e Sperlinga di consegnare il territorio ai militari per operazioni di dubbia decifrazione anche al più irredentista dei guerrafondai locali. Quello che Germinal si sforza di promuovere attraverso questa civile e democratica insurrezione popolare contro questo ennesimo stupro, è anche una storia di giustizia, quella che hanno chiesto (e ottenuto) i cittadini sardi e gli agrigentini e coloro che sanno e hanno più volte denunciato cosa significhi nel concreto una invasione di spazi urbani e ambientali da parte di militari. Lì, si ammalarono militari, pastori e persone nelle zone adiacenti ai poligoni. Nacquero animali deformi, agnelli con un solo occhio o senza occhi, a due teste. Metalli pesanti, scorie radioattive e altri inquinanti presero corpo .. Si denunciò l’uso dell’uranio impoverito e di altri agenti cancerogeni, come il torio, durante le esercitazioni militari, “per ammissione della stessa NATO”. Si svolsero simulazioni belliche e la sperimentazione di nuove armi, che si sommarono alla condizione di rischio amianto. Vogliamo tutto questo nascosto sotto la coltre della ignavia politica in una zona ancora vergine e incantevole, a pochi passi da un mare cristallino? La nostra è una società che ancora preserva qualche timido segnale di democrazia popolare e proletaria, non permettiamo dunque che promiscuità con Poteri più o meno definiti, ricatti politici, manipolazioni documentali, distruggano definitivamente queste nostre realtà. Perché al gioco dei soldatini - che malcela i soliti inevitabili interessi economici - molti continueranno a morire a causa dell’inquinamento. E forse, se e quando ce ne ricorderemo, sarà troppo tardi.
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