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Giovanni Verga

GIOVANNI VERGA e i Baroni Frammenti della novella Libertà tratta da"Novelle rusticane"1883


Pubblichiamo alcuni frammenti della novella Libertà di G. Verga, per ricordare a presunti letterati, storici, acculturati ... che gridano allo scandalo per le proteste sollevate da tantissimi cittadini, sia dalla neo rotonda dei baroni ( o dei nobili?) che da quella realizzata qualche anno fa con la piramide.

Essi sono sbiggottiti, scandalizzati e sconsolati.........perchè non conoscono niente o quasi niente di cosa vuol dire lavorare la terra, accudire il bestiame, scarpellare la pietra o il legno, mangiare e vivere di stenti....


La parola a Giovanni Verga


"Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: - Viva la libertà! -

Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola.

- A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! - Innanzi a tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. - A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l'anima! - A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! - A te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! - A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! -

E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! - Ai galantuomini! Ai cappelli! AAmmazza! ammazza! Addosso ai cappelli!"


G. Verga, Libertà, in "Novelle rusticane", 1883

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