GLI ECO-MOSTRI DELLA DEMOCRAZIA
Montanelli ben riassunse una volta il punto più debole della democrazia dicendo che fu la “democrazia di Robespierre ad inventare la ghigliottina”. Nei secoli illustri filosofi si sono interrogati sul fatto che la democrazia, per quanto possa essere “amica del popolo”, in realtà spesso e volentieri si tramuta in una “dittatura della maggioranza” che tende ad opprimere il pensiero libero e critico. D’altronde fu la democrazia a mandare sulla Croce Gesù, i Nazisti salirono in maniera democratica e anche i fascisti, nelle ultime elezioni con la legge Acerbo ebbero la “consacrazione” democratica. La democrazia, quindi, spesso e volentieri, cade nella demagogia e quando si cade nella demagogia bisogna tenere alta l’attenzione per evitare che si generino dei veri e propri “mostri” o “mostriciattoli”.
Ma il demagogo lo si riconosce subito: è quello che al posto di proporre idee porta avanti feste mangerecce. Che mette in alto “la pancia piena” rispetto alla dialettica delle parole. Il demagogo è colui che non ha alcun tipo di spessore umano e l’unica argomentazione che può portare davanti è i voti che ha raccattato a destra o a sinistra, sfidando gli altri, che magari ben poco si interessano alla politica, di misurarsi nel campo dei voti. Che tristezza vedere l’appiattimento di idee, anzi vedere il più totale nichilismo, la nullità valoriale nei confronti della persona umana che viene pesata non tanto sulle proprie idee o su quello che ha fatto, ma solo con il metro dei “voti”. Non è difficile accorgerci che questi prodotti sono il fallimento non solo della politica, ma anche dell’umanità. Perché, vi faccio una domanda: andreste da un medico laureato e con esperienza o affidereste la vostra salute ad un sondaggio? Sulla Luna ci siamo andati grazie agli ingegneri spaziali o grazie a qualche consigliere comunale la cui unica ricchezza è qualche manciata di voti altamente aleatoria?
Poi ognuno della propria vita è libero di fare ciò che si vuole: c’è chi preferisce dedicare la propria vita riempendola di ricchezze in idee, in ricerche, in rapporti umani, c’è chi invece preferisce basarla su un numero aleatorio dimenticando che anche il più grande consenso passa, quel che resta è l’essere umano con le proprie azioni.
Alain Calò
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