Complici queste festivita`, mi tornano in mente le mie giornate da ragazzino in campagna.
Quelle settimane alla Marenga non furono solo giorni di vacanza, ma servirono a farmi apprezzare la natura, la vita contadina, amare gli animali, il gioco libero senza richiami dei miei genitori e soprattutto le cose buone da mangiare , e mi riferisco ai dolci, ai meravigliosi dolci fatti in casa da nonni e zii.
Ricordo ancora le voci e i rumori dei mie nonni che all`alba si recavano a lavorare la terra.
Cercavano di rendere fertile il terreno, ma questo richiedeva molta fatica, si dovevano togliere le pietre che impedivano la coltivazione e spianare il più possibile il suolo per assicurare l’irrigazione e ottenere un buon raccolto che molto spesso dividevano con il padrone del terreno.
E ricordo ancora le loro stalle con gli animali:alcune mucche, un cavallo, un asino e quando ne avevano la possibilità economica anche un maiale, che in inverno veniva ucciso per ottenere salami e costine.
Ma oggi voglio concentrare questi miei ricordi non su quanto scritto sopra, ma solo ed esclusivamente sui dolci fatti in casa che soprattutto in questo periodo natalizio imperavano sulle tavole di contadini e operai, mi riferisco ai ” nocattoli” e ai ” pizzillati”.
I” nocattoli” e i ” pizzillati”, erano dai Baroni, nobili e benestanti della mia cittadina considerati dei dolci scadenti, privi di fantasia e di ” nobilta`”, ritenevano questi dolci un’aggiunta inutile, una superfluità, un lusso per i miseri palati dei poveri, ma non per loro.
E come molto spesso accadeva, la loro arroganza e supponenza, li teneva lontani dai veri valori della vita, incluso i piaceri che il gustare un nocattolo o un pizzillato poteva dare.
Quello che, a volte, in dure omelie di rimproveri, i parroci dicevano fosse un vizio, o peggio ancora un peccato, era per i contadini , gli operai e i poveri nicosiani, un momento di festa.
L’assaporamento dei dolci faceva dimenticare la dura vita nei campi o il duro lavoro di bracciante.
Quei dolci li riconciliavano con la parte divina della loro esistenza e faceva rifiorire in loro il sorriso.
Un piacere e un sorriso, che per gli adulti serviva a trasgredire l'autorita` baronale e l`intimidazione parrocchiale, e per i bambini era un tuffarsi nell`immaginario fiabesco, come dimostra l’abbondanza di torte e dolcetti magici presenti nelle fiabe e nelle favole, o come ci ricordano le foto di compleanno dell’infanzia, con torte ricche di panna e sormontate dalle immancabili candeline.
Nb, naturalmente per chi volesse la ricetta puo` sempre chiedermela.
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