Scendendo lungo via San Benedetto, appena giunto nelle adiacenze della piazzetta antistante la chiesa di S. Agata, una stradina con accesso a gomito scende giù verso il quartiere Mammafiglia.
Pochi metri e un’altra stradina la incrocia, pochi passi e siamo arrivati davanti una porta dal bellissimo cornicione in pietra.
Era proprio lì che avevano la propria bottega di fabbri ferrai i fratelli Fiscella.
Mi è capitato spesso, di recente, di percorrere questo tratto di strada e sentire nell’aria i colpi dei loro martelli o annusare il fumo della loro forgia.
Li ricordo bene io, che a cavallo della mia bicicletta stavo ore e ore davanti la porta a vederli estasiato forgiare metalli, ferro e acciaio, oltre che a calzare muli, asini e qualche giumenta.....
Con abilità e maestria plasmavano le loro opere e costruivano inconsapevolmente la memoria di un territorio.
Nella nostra cittadina, la tradizione è il mestiere del fabbro è ancora viva e si è tramandata di generazione in generazione per secoli.
Non di rado, si riesce ancora oggi a vedere qualche forgia in funzione, e il metallo incandescente che ne viene prodotto sembra ancora danzare su quelle vecchie lunghe pinze, per poi passare sulle incudini e colpo dopo colpo trasformarsi in vere e proprie opere d’arte.
Io i fratelli Fiscella li ricordo sempre li, con i volti anneriti dalla fuliggine della forgia e con il viso solcato dal sudore e dalla fatica.
Mi è dato sapere che fin da bambini hanno trascorso il tempo tra le fiamme della forgia, imparando i segreti dell’arte della lavorazione del metallo.
E in quella loro officina, si realizzavano opere di ogni genere e qualità e dove custodivano gelosamente l’incudine, vero cuore pulsante del loro lavoro.
Soprattutto, ieri come oggi, i fabbri della nostra cittadina custodiscono oltre alla grande maestranza, la passione per un lavoro che ancora oggi è una e vera proprio arte.
Un arte che spesso si è tramandata da padre in figlio o da maestro a garzone.
Un arte che non è difficile incontrare entrando nei laboratori dei tanti fabbri che ancora lavorano nella nostra Nicosia
E mentre la notte cala e mi accingo a terminare questo breve scritto, con le lingue di fuoco che lasciano la scena alle stelle, cosi come le incudini riposano in attesa del fragore del giorno nuovo, la mia mente corre verso quella splendida persona che è stata Salvatore Bongiovanni, fabbro dalle capacità e dall’umanità straordinaria, che un gravissimo incidente sul lavoro lo ha portato via……..
Non riesco ad immaginare una Nicosia senza i suoi fabbri, che nei secoli sono stati, lo sono e continueranno ad esserlo artigianato, orgoglio e arte.
Comentários