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Tempo fa un’amara constatazione culminò in uno scritto dal titolo “Nicosia che pena mi fai!”. Questo scritto ha suscitato parecchie polemiche e, di contro, ebbe molto successo uno scritto che qualcuno volle passare come risposta alle constatazioni del primo in cui si dipingeva Nicosia come un luogo che ha ben poco da invidiare al Paradiso.
Che una persona possa amare il proprio paese natio è cosa buona e giusta, ma amare significa anche fare i conti con i problemi e i difetti di ciò che si ama, affrontandoli senza nasconderli. Perché affrontare i problemi è un atto d’amore, nasconderli è invece un atto di egoismo. E chi dice di amare Nicosia mettendosi davanti i paraocchi non ama Nicosia ma ama una propria interpretazione di Nicosia, che è ben altra cosa. E, infatti, sono arrivati i nodi al pettine. Nicosia, la tanto decantata Nicosia senza difetti, è diventata il far west. Furti, scippi, mancanza di rispetto, degrado, disagi sociali. Dobbiamo ancora dire che Nicosia è perfetta? È un paese bellissimo, non lo si può mettere in dubbio, ma sta soffrendo. Perché lo scippo, il furto e tanti altri episodi rappresentano una sofferenza della popolazione. La presa di posizione più stramba ad una denuncia di carattere prettamente sociale, fu di una consigliera che commentò “A chi critica Nicosia, essendosene allontanato, ponti d’oro”. Fermo restando che ad oggi resta un mistero che cosa abbia fatto questa consigliera per la comunità di Nicosia, e che in un paese normale un politico che fa un’affermazione del genere nel 2025 dovrebbe immediatamente dimettersi (lasciando, data l’osservazione di prima, spazio a gente sicuramente più fattiva). Volete che adesso questa consigliera non è tra i firmatari di un consiglio comunale urgente per parlare dei “difetti” di Nicosia? Non siamo al paradosso?
Il degrado di Nicosia è un problema, quindi, essenzialmente culturale. Nicosia, come tutte le realtà di questo territorio (e non solo), è un paese tremendamente bigotto ed ipocrita, in cui l’apparenza soppianta l’essenza. Abbiamo, ad esempio, un Vescovo che si passa il tempo a benedire le sagre, ma non esiste ad oggi una iniziativa, se non di qualche parroco, concreta da parte della Chiesa di coinvolgimento dei giovani e delle persone in generale. La chiesa è una passerella di soliti noti e da cui qualche prete si può permettere di gettare qualche anatema prima di dare la benedizione se corrono voci contro di lui. Abbiamo delle scuole che non brillano più di iniziative, che non sono più fucina di Cultura, che non mettono più i ragazzi al centro ma al più come contorno per dare spazio all’ego di qualche docente. Il nostro liceo classico, è bene ricordare, qualche anno fa è risultato tra i peggiori e al posto di fare mea culpa e individuare strategie per rilanciare l’Istituzione, ci fu solo polemica. Per affrontare un problema va riconosciuto!
L’unico che può avere interesse a mostrare una Nicosia perfetta è chi sta al governo, ma se Nicosia non è perfetta (e non lo è, perché nessuno è perfetto), significa che chi governa è bravissimo a far passare il messaggio di una Nicosia perfetta. Fa bene il proprio lavoro, a differenza di una Opposizione che dovrebbe, invece, mostrare le criticità e portare delle soluzioni. Ma il problema di Nicosia sta anche nella inadeguatezza politica dell’Opposizione formata da elementi che da più di vent’anni sono seduti su quegli scranni e che non hanno concluso nulla di concreto. E, quindi, il ragionamento è semplice: come possono risolvere il problema le stesse persone che, attraverso il non agire, lo hanno causato? In tutto questo quadro la presenza di Germinal, e di elementi controcorrenti e che non trasmettono le Veline, è un elemento importante, simile al tafano di Socrate, non tanto per fare le pulci al sindaco di turno (i sindaci vanno e vengono), ma verso una società che deve riconoscere, per affrontare, i propri problemi. Perché se una persona sta bene, se una persona è coinvolta nella società, se la società agisce come una famiglia e riesce a captare i bisogni dei propri figli, il degrado non c’è. Ma in questo momento Nicosia (e comunque il discorso si generalizza al territorio) è come quelle famiglie che devono uscire con la Ferrari pagata indebitandosi e non riuscendo a permettersi neanche un piatto di pasta a pranzo.
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