I NUMERI
Come faremmo senza di loro?
Quasi ogni attimo della nostra vita abbiamo a che fare con loro.
Sono compagni della nostra vita, basta guardarli o pensarli e la nostra vita ritrova i suoi tempi.
Fin da piccolissimi passiamo notte insonne ad imparare le "terribili" tabelline o ad allenarci con pallottolieri improvvisati.
Fanno parte della nostra vita, sono i fratelli poveri delle lettere che tanto amiamo perché ci permettono di comunicare, di scrivere….
Ma noi li usiamo sempre bene?
Con correttezza e parsimonia?
Sono solo dei segni che usiamo per fare due calcoli e poi riponiamo nuovamente nel cassetto?
Questo è vero finché non li usano i politici, gli imbonitori, i prestigiatori.
Accade spesso, che questi signori li usano e li piegano e loro piacimento soprattutto quando li comunicano ai cittadini, e ancora meglio se non possono essere facilmente verificati.
I numeri, indipendente se sono reali o no, se sono veritieri o no, servono a creare consenso, a produrre entusiasmo e ad alterare la realtà.
Un metodo vecchio, che affonda le radici nella notte dei tempi, praticamente in ogni civiltà antica ritroviamo testimonianze dell’uso dei numeri per raggiungere finalità compiacenti a chi li pronuncia.
Quando vengono scoperti che li falsificano, che fanno?
In genere la loro migliore arma è il silenzio, fare finta di niente, fare dimenticare il più velocemente possibile, quanto da loro detto o scritto.
Cosa rimane di questi metodi e di questa pratica?
La solitudine.
La solitudine e la freddezza dei numeri con poco distante la solitudine di chi usando e piegando i numeri a suo piacimento ha piegato alla sua ingordigia la propria dignità.
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