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E si è proprio vero!
Il prossimo venerdì 7 febbraio, alle ore 15.00, presso l’Auditorium del Seminario Vescovile S. Agostino (Contrada Murata – Nicosia), sarà ospite Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
L’incontro sarà un importante momento di riflessione e confronto aperto a tutta la cittadinanza.
Promosso dal Centro Servizi di Volontariato Etneo (CSVE),in collaborazione con la Diocesi di Nicosia, prevede oltre alla partecipazione del presidente di Libera, anche la presenza di Mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Nicosia, che porterà i saluti introduttivi e dell’ avvocato Sandro Mauro, Direttore diocesano dell’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro, che ne modererà i lavori.
L’iniziativa rientra nel percorso “100 passi verso il 21 marzo”, in vista della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
L’appuntamento è aperto a tutti coloro che desiderano approfondire temi come la legalità, l’impegno civile e la promozione della giustizia sociale, in linea con lo spirito che anima il cammino di “Libera” nella società italiana.
Quella del 7 febbraio è una grande occasione per la nostra comunità, per poter incontrare Don Ciotti, fondatore di Libera che ha quasi 80 anni e tutti vissuti al servizio della giustizia e degli oppressi, il sacerdote degli ultimi, fuori dagli schemi, ribelle nel senso più vero e più bello del termine è veramente un evento unico.
Per quanti non conoscono a pieno don Ciotti di seguito pubblichiamo alcuni stralci di sue interviste per far comprendere fino in fondo l'importanza che riveste il presidente di Libera nella società italiana.
Pio Luigi Ciotti nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore (Belluno). La famiglia tuttavia, in cerca di lavoro, si trasferisce a Torino nel 1950, vivendo nelle baracche dei cantieri operai per la costruzione del nascente Politecnico di Corso Duca degli Abruzzi.
“Ho abitato in una baracca, - racconta in un'intervista - la maestra mi rimproverò e le lanciai contro un calamaio. mi rimproverò ingiustamente chiamandomi 'montanaro'. Cieco di rabbia presi il calamaio e glielo scagliai addosso. Questo per dire che mi portavo dentro il bisogno di arrabbiarmi di fronte alle ingiustizie. E poi, certo, ero segnato dalle difficoltà. Torino è una città che mi ha accolto e, anzi, di recente mi hanno chiesto di diventare ambasciatore della sua cultura. Ma non era facile arrivare qui negli anni Cinquanta. Avevo un occhio allenato agli ultimi, li scovavo”.
Ultimi ai quali don Ciotti continua a dedicare tutta la sua vita.
“Nella vita ho due grandi punti di riferimento - ci ha ripetuto tante volte - il Vangelo e la Costituzione. La mia vita è spesa nel cercare di saldare il Cielo e la Terra, la salvezza celeste con la dignità e la libertà terrena”. Un impegno costante e ininterrotto realizzato attraverso il Gruppo Abele, attraverso Libera, attraverso la lotta, la cura, l’impegno, la memoria. Una memoria che non va archiviata, ma vissuta nel presente.
“Ricordiamo la morte delle vittime innocenti della violenza mafiosa per essere più vivi noi - don Ciotti tornava a dire recentemente - per essere più protagonisti e fare in modo che sia una memoria viva che ogni giorno ci faccia assumere le nostre responsabilità e il nostro impegno. È questo il senso dei nostri percorsi. I nomi che oggi ricorderemo non devono essere scritti solo sulle lapidi, ma devono essere scritti nelle nostre coscienze. Dobbiamo essere più vivi noi, più attenti e responsabili per fare in modo che la memoria non sia celebrazione e retorica, ma sia una memoria viva, sia impegno e responsabilità di tutti i giorni”.
“Per occuparsi degli altri - ci ha insegnato - l’amore è base fragile. Occorre il sentimento di giustizia, un’empatia per le vicende umane, sentire sulla pelle le ferite degli altri che impedisce l’indifferenza, il giudizio, il pregiudizio, frutti velenosi dell’ignoranza”.
Grazie Don Ciotti, i suoi insegnamenti civici, etici e morali illuminano ancora oggi la mia strada
e grazie a Libera di essere tra i sostenitori della nona edizione della rassegna libraria LE GIORNATE DI DAV'.
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