Sabato 10 settembre, in piazza Carella, il sindaco e candidato all’Ars Carmelo Barbera ha tenuto un comizio per chiarire le ragioni di una scelta discussa.
Il sindaco ha esordito ribadendo la sua fedeltà alla fiamma, e il suo necessario ritorno al partito che lo rappresenta e nel quale si identifica.
“Chiedo scusa ai leonfortesi per aver appoggiato la consegna delle tessere”, ma era una strategia. Minacciare di boicottare le Regionali serviva a rendere necessaria la sua presenza nelle liste di Fratelli d’Italia per l’Ars tanto è vero che “abbiamo ottenuto già la Tac” checché ne scrivano su Facebook o sui giornalini i sobillatori.
La Tac, promessa dall’assessore alla sanità, a quindici giorni dal voto, fa parte della spesa prevista dal Pnrr per rinforzare la sanità territoriale. All’ospedale di Leonforte sono destinati due macchinari: una Tac e un mammografo. Gli 800 milioni di euro che il 30 maggio del 2022, con la sottoscrizione del “Contratto istituzionale di sviluppo”, il presidente di Regione si è impegnato a spendere entro il 30 giugno del 2026. Per la provincia di Enna sono previsti 94 milioni, che se non spesi torneranno indietro.
Questo è un dato che non può essere smentito con un semplice “non è vero”, anche se urlato da un palco.
Ammettiamo, per assurdo, che il sindaco abbia ragione: dovremmo accettare il clientelismo normato per cui se si è del partito vincente, si ha diritto alla salute, diritto garantito dalla costituzione, altrimenti ci si attacca o si emigra altrove per curarsi, come avviene continuamente. Speriamo che vinca l’assessore alla salute, altrimenti si riprenderà la Tac non ancora arrivata; e qualora arrivasse, avrebbe serie possibilità di restare imballata per la scarsità di radiologi.
Il comizio è poi proseguito sul Pnrr, che va usato a discrezione dei sindaci e non su indicazione di Roma o Bruxelles, e si è infuocato sui sondaggi di Swg, che davano (il giorno prima del blackout sondaggistico) De Luca al secondo posto della classifica.
Una buona parola non è mancata per gli operatori dei cantieri di servizio, per le forze dell’ordine e per gli amici fedeli, fra cui tornerà a esserci Turi Castrogiovanni, presidente del comitato pro ospedale. Turi non ha compreso la strategia del sindaco, “e si illude se crede alla solidarietà dimostratagli sui social”, ha detto il primo cittadino.
Dopo il 25 torneremo a essere amici, ha promesso o minacciato Barbera, dopo le elezioni, perché gli amici fanno così: ti usano a seconda del momento.
A De Luca, che verrà a Leonforte il 18 settembre, ha dichiarato di attenderlo con un tono, che ai più, è parso vagamente minaccioso. Di De Luca non voglio parlare, ha detto il sindaco, ma poi ci ha ripensato e ne ha parlato. Ha parlato a nome di una comunità offesa dal presidente De Luca, presidente del Consiglio comunale di Messina, ha aggiunto, “perché presidente di Regione non lo sarà mai”, e poi per parecchi minuti ha continuato a insultarlo per quello che ha già detto e che probabilmente dirà ancora.
I programmi, perennemente evocati, si sono ridotti a poca cosa, ma i programmi elettorali sono solo un’indicazione sommaria di intenti, per ciò è giusto dedicargli poco spazio. Il punto fondamentale è uno: votare un tesserato al partito vincente, argomento già usato nella campagna elettorale per le amministrative scorse e rivelatosi fallimentare.
In conclusione, il candidato sindaco ha celebrato la famiglia suggerendo di “fare figli”. La famiglia al Meridione arriva laddove non arriva lo Stato, e al Meridione lo Stato arriva poco ovunque, con buona pace del familismo amorale di Sciascia.
Quanto sopra scritto è l’esegesi del comizio da parte della scrivente, che a Leonforte vive e lavora, mettendo non un dito nell’acqua calda, ma le due intere mani ; e anche se non lo facesse, avrebbe diritto egualmente a lagnarsi di quello che non funziona e a pretendere il meglio per sé e i propri cari.
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