Il senatore Gasparri ha proposto un disegno di legge che prevede un «reddito di maternità». Previsto su base mensile fino al quinto anno di vita del pargolo italico e concesso su richiesta alle sole cittadine italiane che abbiano un valore ISEE del nucleo familiare di appartenenza non superiore a 15.000 euro. Il bonus riguarderebbe dunque donne italiane povere e preferibilmente coniugate, naturalmente se i figli "non abortiti" aumentano il premio natalità aumenterà di 50 euro al mese. Per dare attuazione al beneficio economico, il ddl istituisce un fondo di 600 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. La proposta è ribadisce l'articolo 5 della legge 194 e insiste sul concetto di figli come capitale della nazione, specie se puri di razza. Ora la normativa vigente prevede già una serie di misure, anche economiche, a sostegno della maternità e della paternità come: i congedi, l’assegno di maternità di base e l’assegno di maternità per lavori atipici e discontinui, poi a partire dal 2022 l’assegno unico e universale, e più di recente i bonus asili nido e il bonus mamme. «Tali misure, tuttavia, - secondo Gasparri - non sono sufficienti ad arginare il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza per motivi di disagio economico e sociale. Occorre quindi mobilitare risorse e individuare soluzioni di sostegno alle donne incinte per scoraggiare l’aborto legato a cause di disagio economico e sociale». Le donne, secondo Gasparri, vanno pagate per stare in casa a sgravare pargoli. Al paese mio usa dire "accattà" un figlio/a ossia ha comprato un neonato. Eravamo avanti, a Leonforte, e non lo sapevamo.
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