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Immagine del redattoreAldo la Ganga

Il Movimento per l’Indipendenza Siciliana, il barone La Motta e la lotta armata



IL 20 ottobre del 1944, venne convocato, d’urgenza il Primo Congresso Nazionale del Movimento per l’Indipendenza Siciliana. I dirigenti separatisti che convocarono quel congresso furono i seguenti: Finocchiaro Aprile, Francesco Termini, Santi Rindone, Luigi La Rosa, Giuseppe Faranda, Girolamo Stancanelli, Domenico Cigna, Giovanni Gurino Amella, Stefano La Motta, Antonio Parlapiano Vella, Edoardo Di Giovanni e Mariano Costa. Il congresso si tenne a Taormina, presso i locali dell’ex albergo Belvedere.

Cosi come attestano le relazioni del SIM, il servizio segreto della casa Savoia, che riuscì nonostante la segretezza a partecipare all’incontro.

Venne presa la decisione di passare alla lotta armata, anche in risposta alle continue ed arbitrarie violenze (si veda ad esempio la strage di via Maqueda che si consumò a Palermo proprio durante il primo congresso indipendentista) che venivano perpetrate dalle forze dell'ordine italiane ai danni di sedi ed esponenti del MIS. Sotto la spinta dell'ala oltranzista, il MIS tentò l'insurrezione separatista con la formazione dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia (EVIS), la cui attività di guerriglia e resistenza fu talmente veemente che per contrastarla il governo fu costretto ad inviare in Sicilia l'Esercito Italiano. Il 17 giugno 1945 in uno scontro a fuoco con i Carabinieri cadeva il comandante dell'EVIS Antonio Canepa insieme a Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice. Il suo posto fu preso da Concetto Gallo, che portò quell'anno a un'alleanza militare con il banditismo e la banda di Salvatore Giuliano. Giuliano fu nominato colonnello dell'EVIS e compì diversi attacchi alle stazioni dei Carabinieri di Bellolampo, Pioppo, e Montelepre, che furono occupate

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