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Il Papa, e l'ipocrisia cattolica

Aggiornamento: 12 ago 2022

Buonasera. Siamo persone “ricche, e di buon gusto”; e oggi, parleremo del nuovo atto caritatevole del Pontefice, il quale si è recato in Canada, loco di abusi e violenze, spesso compiute da cattolici, nei confronti degli aborigeni, per chiedere perdono.


Il perdono del Papa è stato spesso dato a vittime di abusi. Un gesto dovuto quanto inutile. Il perdono è una riparazione, e il Papa non ha riparato allo sterminio compiuto nei delle popolazioni natie del Canada. Ci sembra quindi giusto, grazie al reportage di Tara Sutton sul Gurdian, presentare al Papa, ma anche al governo canadese, spesso indifferente, lo scotto: 215 cadaveri di bambini rinvenuti in una fossa comune nei pressi della scuola di Kamloops, una delle tante scuole a gestione cattolica che i bambini aborigeni erano obbligati a frequentare; dalle 2.000 alle 4.000 donne aborigene scomparse a partire dal 1980, casi che la polizia canadese ha quasi mai considerato; 6.500 sopravvissuti di atti di violenza sessuale e fisica consumati nelle scuole cattoliche sopracitate; e infine, le testimonianze, riportate dall’IJRC, di migliaia di donne aborigene obbligate alla sterilizzazione in ospedali rurali.


L’occidente continua a dimenticare i propri crimini coloniali, ancora oggi attuati. La giustizia deve garantire non solo il riconoscimento dei colpevoli, ma anche che non accadano più, e che la cultura occidentale non diventi egemone. Magari, in quel momento, potremo accettare la richiesta di perdono del Papa; ma fino ad allora, quelle parole valgono niente.


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