Sono un antifascista convinto.
Lo divenni a sedici anni, al Liceo, nel lontano 1975 (si celebrava allora il trentennale della resistenza) e, in quell’occasione, ho definito anche la mia collocazione politica.
Eppure non vedo oggi alcun pericolo fascista, agitato improvvidamente e frettolosamente da qualche rappresentante dei così detti partiti democratici o da quegli intellettuali, autodefinentesi di sinistra che pensano e scrivono dalle loro tastiere, fermandosi alle forme o alle apparenze senza riuscire cogliere i contenuti.
La Meloni ha vinto. Meritatamente. Certo aiutata soprattutto dai demeriti della sinistra. Ma a proposito c’é ancora una sinistra in Italia? Questo è il vero problema e di questo dovremmo discutere, non dei fantasmi del passato.
Giorgia Meloni obiettivamente ha iniziato bene. In maniera sobria. Pare abbia detto subito “anzicché festeggiare, preferisco iniziare a lavorare”.
Non credo riuscirà a formare un governo di alto livello, verosimilmente ne farà uno uguale a quelli degli ultimi decenni.
Non so fino a quando riuscirà a tenere al guinzaglio lo smargiasso Salvini e il suo ideologismo da mohito e di bassa lega (bassa questa volta anche come il suo risultato elettorale). Ma questi sono problemi loro.
Non credo che entrerà a gamba tesa sui diritti civili, conquistati dal popolo italiano perché si metterebbe contro tutti. Resterà saldamente piantata in Europa e in occidente. Si certo governerà con populismo e demagogia utili a farle mantenere il consenso. Tutto qui e niente di più.
Tenderà ad essere meno fascista e più statista.
Ovviamente bisogna assediarla, marcarla stretta, non concederle nulla. Occorre inchiodarla con fermezza alle proprie responsabilità. Sfidarla sul terreno delle proposte credibili, delle riforme e delle ulteriori conquiste sociali. Ma non sull’inesistente “pericolo fascista”, perché perderemmo ancora tempo e voti per i prossimi vent’anni.
Sulla situazione siciliana, sarebbe un’offesa alla mia intelligenza e a quella dei lettori soffermarsi su Renato Schifani e sulle sue “rivoluzionarie proposte”. Il ponte sullo stretto (ma bastaaaaaaa!!!) e un comitato di ex magistrati ed ex funzionari di polizia alla regione per arginare le infiltrazioni mafiose (ma vai a cag…e.!!!!).
Se lo sapessi fare, invece, scriverei sul neo governatore un libro dal titolo la “piatta noia”. Si, sarebbero pochissime le copie vendute, ma sono certo verrebbe premiato lo sforzo.
In Assemblea Regionale entrano due giovanissimi figli d’arte. Luigi Genovese, figlio di Francantonio e Calogero Leanza, il figlio più piccolo del compianto zzìu Vicinzìnu (nebroideo di Cesarò, ex Presidente della Regione). Vuoi o non vuoi, saranno anche loro in Sicilia i politici del domani. Non li guardo con pregiudizio. Anzi, tutt’altro. Se sapranno attingere dai loro padri solo “il giusto” e non di più e se saranno capaci di immergersi nelle ambasce e nelle esigenze dei siciliani, dialogando anche -e perché no?- con lo “sCatenato” De Luca (magari per contenergli il delirio di onnipotenza), nei prossimi anni, insieme ad una nuova e giovane classe dirigente, potrebbero dare un contributo autonomista e di sviluppo alla nostra martoriata Isola.
Voglio augurare infine buon lavoro alla mia amica Luisa Lantieri, donna impegnata nel territorio e persona per bene e a Fabio Venezia che ho anche votato. La Provincia di Enna potrà essere rappresentata con equilibrio dai due deputati neo eletti. Un uomo e una donna. Uno di centrosinistra e l’altra di centrodestra. Uno della zona nord (Troina) e l’altra della zona sud (Piazza Armerina).
Un solo appunto a Fabio perché ha commesso una gaffe (emoticon con sorrisino ironico). Quella di non aver ringraziato gli attuali amministratori della mia Nicosia.
Si proprio loro. Per le assurde, incomprensibili e scandalose scelte dell’ultima ora, che hanno sconcertato gran parte dell’elettorato nicosiano, rafforzando negli indecisi l’idea di votare per lui. Per il “forestiero” Fabio, Sindaco di Troina, il quale ha raccolto ben 1.200 preferenze, molte di più di quelle preventivate e, se ci fosse stato qualche altro giorno di campagna elettorale, avrebbe aumentato ancora il suo successo e ancora più mortificante sarebbe stata la débâcle della candidata nicosiana, Vice Sindaco in carica (che si è fermata al 20% dei consensi).
Scelte incomprensibili e scandalose, dicevo, quelle del Sindaco di Nicosia, proveniente politicamente dal centrosinistra (pci, pds, margherita, pd), dall’oggi al domani è passato col centrodestra, abbracciando i nobili ideali di clientelismo e nepotismo di Raffaele Lombardo. Non so se mosso da interessi clientelari o, peggio, da mera ipertrofia dell’ego, sta di fatto che Il cambio di casacca si é rivelato un flop, degno di un dilettante.
Purtroppo Nicosia, oggi priva di una classe dirigente seria ed autorevole, a differenza di Troina, naviga a vista, senza una rotta, senza un progetto economico e politico, senza una prospettiva, senza un futuro.
Che tristezza.
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