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Immagine del redattoreAldo la Ganga

IL PROCESSO A DON RUGOLO LE VIOLENZE SU BAMBINI E RAGAZZI E I TANTI CHE SAPEVANO.


Avevo volutamente deciso di non commentare questa

vicenda...soprattutto per non essere ancora una volta accusato di essere il solito "mangiapreti"

Ma dopo aver letto le cronache della decima udienza del processo a carico di don Giuseppe Rugolo, il sacerdote di Enna accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori.

Leggere di decine di vittime innocenti e soprattutto delle coperture e delle complicità apparenti di cui ha goduto Rugolo da parte di altri prelati.

Credo sia indispensabile ancora di più dire la mia , ma soprattutto portare questa vicenda inaudita alla conoscenza di quante più persone possibili.

Affinché non accada più.

NON ACCADA MAI PIÙ



Nella decima udienza fiume del processo di don Giuseppe Rugolo, al Tribunale di Enna dedicata all’audizione dei monsignori Pietro Spina e Vincenzo Murgano e del Vicario Foraneo di Enna, don Giuseppe Fausciana, a seguito delle contestazioni dell’avvocato di Antonio Messina, persona offesa, è emersa una fitta rete di messaggi e telefonate tra l’imputato, don Giuseppe Rugolo, e monsignor Murgano, che aveva assunto un ruolo di consigliere personale del reverendo, nella gestione della vicenda che vedeva Rugolo accusato di violenza sessuale ai danni di un minore in sede ecclesiastica. Padre Murgano, con cadenza quotidiana, forniva indicazioni e consigli strategici, avallando anche l’attività di controllo attraverso i social attivata da Rugolo ai danni del giovane Antonio Messina, colpevole, a dire dei due, di collaborare il parroco di Sant’Anna nelle attività pastorali, don Fausciana, nonchè di svolgere attività professionali nel contesto della città di Enna. “Chiama incazzato il vescovo e fai una foto della schermata e gliela mandi, ma proprio incazzato” ribadisce Murgano a Rugolo.

Il monsignore, a fronte delle contestazioni del difensore di parte civile, Eleanna Parasiliti, si contraddice arrivando a negare circostanze documentate, tanto da essere ammonito a dire la verità. Emerge ancora come Murgano fosse a conoscenza di alcuni casi di abuso su minori a opera di altri sacerdoti della Diocesi di Piazza Armerina, per la quale era responsabile del Servizio per la Tutela dei Minori sino a dicembre del 2022, senza aver mai adottato alcun provvedimento.

Per altri casi di abuso sessuale, il Vescovo Rosario Gisana, pur avendone contezza, lo avrebbe tenuto all’oscuro, come nel caso di un catechista di Gela. Giuseppe Rugolo godeva del sostegno anche di padre Spina, disposto a dargli fiducia anche qualora fosse risultato colpevole, convinto della prescrizione del reato e minimizzando sugli episodi di abuso, definendoli ammiccamenti o affettuosità. Sentito in aula anche don Giuseppe Fausciana, il sacerdote che ha sostenuto il giovane, vittima degli abusi, consegnando al Vescovo Gisana la dolorosa storia. Tale modo di procedere, rispettoso dei protocolli vigenti nella chiesa, avrebbe procurato il rancore da parte di altri sacerdoti, ed in particolare del vicario generale della diocesi, monsignor Nino Rivoli, che nelle intercettazioni lette in aula lo definisce “bestia”.

È emerso anche che il Vescovo Gisana, malgrado fosse a conoscenza della vicenda, non chiese mai a don Fausciana di metterlo in contatto con la famiglia e con la vittima. Secondo alcuni prelati, infatti, don Fausciana avrebbe dovuto lavarsi le mani della vicenda.

Paradossalmente, la cosa che più mi rattrista e contemporaneamente mi convince che bisogna continuare nel portare alla luce queste malefatte il più possibile è IL SILENZIO DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CREDENTI E QUELLO DI TANTE PERSONE ORGANICHE ALLA CHIESA ITALIANA.

Il processo dovrebbe concludersi nel mese di luglio di quest’anno.

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