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Immagine del redattoreAldo la Ganga

Il registratore del maestro elementare Tributo ad Annibale Circasso


Questa è una storia un po’ vera un po’ no.

Lui... lo chiamerò Annibale, apparve negli anni '50, in un giorno qualsiasi d'inverno, nella piazza cittadina.


È un uomo alto, snello, elegante da sembrare un benestante, con capelli chiari e barba finemente rasata . In quei giorni d'inverno indossava un giaccone di colore incerto, probabilmente marrone chiaro.


Lo sconosciuto ( almeno per me lo era..) scelse un angolo della zona pedonale, vicino agli scalini della cattedrale e trasse fuori da una borsa di cuoio un piccolo taccuino e un registratore a pile con microfono.


Sali’ gli scalini di quel misero palco, affianco a lui, due giovani che legavano ai tubi arrugginiti un drappo rosso.


Nel mentre nella splendida piazza incominciava il via vai delle persone , l'uomo sistemò il microfono, accese il registratore dal quale partirono le note di “ Bandiera Rossa”. La gente si raduno’, spaurita sotto il palco,. Lui posiziono’ il microfono e incominciò a parlare.

Da prima lentamente e quasi sottovoce, poi un continuo crescendo, in pochi attimi sembrò animato da una forza immensa, usava le parole con maestria, le braccia tagliavano l’aria, il suo corpo, le sue mani, le sue parole erano un tutt’uno con il suo viso.

Si scuoteva tutto .


Un po' per volta le persone si avvicinavano a lui, quasi tutti braccianti e operai, sembrava un gigante.

Tutti incantati dalla sua bravura, dalla sua forza ideale e verbale.

Tutti si sentivano meno soli e fragili.


Si seppe poi che l'uomo era un maestro elementare,arrivato in Sicilia subito dopo la caduta della monarchia.


Oggi, dopo tanti anni, tutti nella piazza sanno chi egli sia.

Per tanti anni rappresento’ la riscossa dei piu’ deboli sui piu’ forti.

Dei poveri sui ricchi.

Dopo tante stagioni e tante battaglie, divenne un simbolo riconosciuto da tutti i cittadini , dai bambini agli adulti.

Tutti lo conoscono, ed ogni pomeriggio lo aspettano davanti al bar del centro, egli arriva puntuale, ossia verso le 16. 00. Lo guardano in rispettoso silenzio mentre, racconta la storia di quel registratore.


Adesso ha la barba un po’ ingrigita, i capelli un po’ al vento, ma egli resta Il maestro, un maestro di vita e di politica.

Capita anche che il barista, che sta vicino al suo angolo preferito, lo chiama dentro al bar per offrirgli il caffè o un cappuccino. Ma non per elemosina! Eh no... il maestro non paga mai il caffe’ perché tutti quelli che si fermano a parlare con lui nutrono ammirazione e rispetto.


Da qualche tempo non lo vedo piu’ in piazza, e’ andato via.


Ha portato con se il suo registratore ed il microfono.


Sono certo che e’ andato ad accenderli li’ dove la gente ancora ha bisogno di quelle note e delle sue parole.


Avanti cosi’, e per sempre, o maestro Annibale

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