L'Outlet Village di Agira, nasce nel 2010 con la vocazione di crescere per affermarsi come "l'hub per lo shopping" più grande del Sud Italia e difatti con 170 negozi, distribuiti su 36mila mq lo è. I negozi sulla promenade del Village si illuminano e quelli sul corso Umberto I di Leonforte si oscurano perché chiudono e la città si spegne.
Decine di negozi non riescono più a vendere. Le prospettive di lavoro nel settore del commercio vengono catalizzate dagli Outlet e così pure le assunzioni, che offrono una piazza molto ricca anche se l'offerta sembra maggiore della domanda, dati i numeri di povertà e disoccupazione diffusa sul territorio. Le grandi firme richiamano i danarosi e i devoti al brand da ogni angolo di meridione, ma i territori limitrofi all'Outlet quanto beneficio traggono da questi gettiti? Quante persone dopo lo shopping salgono a visitare Leonforte, Assoro, Nissoria, Gagliano, Troina? Quanti invece finiti gli acquisti rientrano vogliosi di indossare la Firma per ostentarla con il collega o i vicini di casa?
La vicinanza ai centri commerciali e la scarsa accessibilità ai paesi, privi di posteggi e servizi, crea ulteriori danni ai negozianti paesani, che ancora resistono; nessuna iniziativa è stata portata avanti per rivitalizzare il commercio cittadino, a sostegno dei "piccoli". Occorrerebbe offrire progetti nuovi in grado di attirare i clienti in paese, ma nulla è stato fatto e dall'inizio di quest'anno sono aumentate le chiusure di negozi, in particolare quelli del settore abbigliamento che pur offrendo prezzi abbordabili e capi di ottima fattura, non possono competere con i bulimici Village.
Non esistono regole chiare per tutelare i commercianti che ancora resistono nei paesi limitrofi ai Village, non c'è nulla che aiuti a rilanciare il mercato paesano, oppresso dalla prepotenza del contesto commerciante circostante.
Ci rallegriamo con i Signori del Village e speriamo che concedano ai villici la loro munifica attenzione.
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