Questa settimana è stato reso noto che quasi 1400 opere hanno partecipato al Concorso Letterario Impavidarte fondato dalla famiglia Calò.
Pensate: 1400 opere, una cosa pazzesca, chiaro segno che Nicosia ha un enorme potenziale per poter raccogliere tanti autori da tante parti del mondo.
Provate a nominarmi una sola altra manifestazione con così grande potenziale? Solo le “Giornate di Davì” riescono, al pari del Concorso, a portare così tanti autori.
I due eventi, seppur molto diversi, hanno molte cose in comune: certamente sono fatte da persone che non hanno alcun secondo fine, che sognano di poter fare Cultura a Nicosia e che negli anni, per la loro testardaggine, nonostante molti remassero contro, sono riusciti ad imporsi come importanti eventi culturali nel panorama nazionale e oltre.
Ma hanno anche un’altra cosa in comune: il fatto che l’Amministrazione Bonelli e tante altre fasce nicosiane sedicenti acculturate snobbano questi eventi. Chissà se nella dichiarazione di Alain Calò, presidente del Premio, il fatto di non aver nominato Nicosia espressamente è stata una dimenticanza non voluta oppure vuole lanciare un messaggio chiaro che il Concorso è libero da qualunque logica. Libero perché chi lo gestisce, ovvero la famiglia Calò, proprio per il fatto di non avere secondi fini, non si piega a padrini o padroni e quindi a logiche paesane di “o con me o contro di me”.
Chissà se negli anni, visto che questa è la quarta edizione, Alain Calò e la sua famiglia hanno dimostrato all’Amministrazione e a tanti che si sono avvicinati al Concorso per avere chissà quale ritorno che dal Concorso non avrebbero ricevuto nulla in cambio ma è solo un modo genuino e libero di fare Cultura.
E chissà se l’Amministrazione, sempre disponibile agli scodinzolatori a pubblicizzare e sostenere eventi senza senso se non una passerella, sosterrà il Concorso o, come per le Giornate di Davì, preferirà inchinarsi ad una qualche mostra di baroni o sfilata di moda?
E come per l’Amministrazione, il discorso vale per tutte le altre Associazioni che si sentono depositarie di Cultura.
Vogliamo dare una mano, nonostante le posizioni politiche o di pensiero, ad un evento gigantesco come questo premio che permetterebbe a Nicosia di essere capitale culturale, oppure felicemente lo boicotteremo nell’indifferenza? Tanto la famiglia Calò lo farà lo stesso e magari è stato solo un lapsus di Alain quello di non aver nominato Nicosia, ma noi Nicosiani, a partire dall’Amministrazione, non ci dobbiamo vergognare se non aiuteremo un ragazzo e una famiglia che si è tanta spesa per un evento così grande e prestigioso per Nicosia? Ma vabbè, la Cultura non porta voti, anzi li toglie perché mostra il vero volto del potere: mero passerellismo e baci e abbracci a tutti, poi a chi importa se i negozi chiudono, i giovani se ne vanno e Nicosia ha ormai perso la leadership territoriale, tanto ci sarà sempre una sagra pronta a far dimenticare tutto.
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