Quando coloro che sono al governo di una città e i loro sostenitori invocano il senso di comunità e la collaborazione tra amministratori e cittadini, dichiarandosi rammaricati per il poco o nullo senso di appartenenza di questi ultimi, dovrebbero chiedersi, con atto di sincerità, se hanno mai operato per suscitare , rafforzare o incentivare tale sentimento o ,invece, hanno contribuito a demolire l’esistente, poco o tanto che fosse, che magari, ancora albergava in qualche animo.
Quanti tra i cittadini, nei mesi di presentazione per la candidatura di Enna a capitale della cultura, hanno “osato” richiamare l’attenzione degli amministratori sulle criticità della città o hanno espresso il proprio pensiero divergente rispetto all’ esaltazione generale e quasi obbligata sono stati malmenati verbalmente dagli stessi e dai membri plaudenti dei loro fan club. I problemi annosi e ormai cronicizzati della città sono risultati alle auguste orecchie noiosi, banali, ordinari e coloro che hanno avuto l’insolenza di evidenziarli si sono guadagnati gli epiteti di lagnosissimi lamentatori, disfattisti, iettatori, nemici di Enna e dei magnanimi che con zelo ed instancabile generosità si spendevano per essa. O forse tali ennesi cosi si pronunciavano perché mossi da acidissimo risentimento dovuto alla diversa fede politica rispetto al governo in carica?? Gli attuali inviti accorati all’unita’, gli appassionati “ stringiamoci a coorte”, gli auspici perché si metta fine alle nocive divisioni e tifoserie risultano tardive e false come le proverbiali lacrime dell’alligatore, perché provengono dalle stesse persone che le hanno provocate, le divisioni, incriminando e additando come nemici e, per buona misura, pure antipatici, quegli ennesi ignoranti e presuntuosi che si sono spinti perfino a nominare …-udite, udite- le buche, ubiquitarie, del centro, dei quartieri periferici, della città alta e di quella bassa e, ab abundantiam, Pergusa. Eh, no, non ci consola sapere che nella città all’ombra di Mongibello ce ne sono assai di più, o che dalle parti di Santa Rosalia la monnezza si arrampica come il gelsomino olente fin sui balconi: chi vuole il miglioramento per la città assume modelli positivi, posiziona l’asticella in alto, non cerca confortanti pannicelli caldi nei guai degli altri.
I cittadini che sollecitano l’attenzione sui problemi veri e reali che rendono la città nella quotidianità difficile da vivere, dimostrano, con tutta evidenza, di amarla, Enna.
E hanno il diritto di essere ascoltati con rispetto, candidatura o non candidatura;
gli uomini e le donne che, per volontà popolare, hanno l’onore e l’onere di amministrare una città hanno il dovere di ascoltarli ,quali interlocutori irrinunciabili: tutti, quelli simpatici e quelli che lo sono meno, e anche il folle che grida che “il re è nudo!”.
La candidatura è sfumata, e mi dispiace, le buche e tutto il resto sono rimaste. Ora si metta mano alla risoluzione di ciò che attende da troppo tempo.
È vero, forse che, ad Enna per coatta coabitazione con la “ paesana”( per i foresti: la nebbia), siamo un pochetto uggiosi, camminiamo a mille metri, più o meno, sul livello del mare, abbiamo temperamento ed indole montanara… ma la testa la manteniamo sulle spalle e asini che volano, possiamo giurarlo, non ne abbiamo ancora visti!
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