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Immagine del redattoreAlain Calò

L’ARCIVESCOVO DI MILANO PREGHERA’ PER LA PIOGGIA

Aggiornamento: 16 lug 2022

L’ARCIVESCOVO DI MILANO PREGHERA’ PER LA PIOGGIA Notizia di questi giorni è che l’Arcivescovo di Milano pregherà affinché piova. Non ci è dato sapere al momento se vi sarà a seguire anche un ballo… o meglio una danza per la pioggia. Sembra una barzelletta ma purtroppo non lo è: pur di accaparrarsi un briciolo di notorietà certi esponenti della Chiesa ormai si inventano la qualunque. Ma la notorietà chiama a sé anche qualche critica. Signor Arcivescovo, sappiamo bene che non ci leggerà e quindi la domanda è più rivolta a quei quattro lettori nostri, ci dica un po’, che cosa nel pensa del detto “aiutati che Dio ti aiuta?”. Che cosa abbiamo fatto noi come umanità e voi come Chiesa per evitare che i cambiamenti climatici non ci creassero i problemi che subiamo oggi? E non propinateci la solita storia dell’enciclica del Papa sul clima che sì ha sicuramente una certa importanza ma che, se non viene applicata, resta solamente lettera morta. La Chiesa vive nel lusso, l’8 per mille fornisce un gettito impressionante, forse sarebbe ora di destinare una parte di questi fondi alla ricerca per combattere i cambiamenti climatici perché se riuscissimo a trovare una soluzione scongiureremmo la creazione di nuova povertà a causa della siccità e di terreni incolti o di eventi estremi di cui sempre più siamo testimoni. Al posto di girare in macchinoni extralusso si potrebbe optare per più ecofriendly automobili. E poi si potrebbe risparmiare nei consumi derivanti dal tenere le chiese o altre costruzioni della chiesa sempre illuminate a giorno. Insomma, piccoli gesti che servono a dare l’esempio. Nessuno vi chiederà di diventare dei moderni San Francesco (col cavolo che lasciate i vostri mega stipendi da porporati, meglio predicarlo agli altri), ma le rivoluzioni si fanno anche con piccoli gesti. D’altronde la Terra, così ci dite, ci è stata creata come dono di Dio: cerchiamo di rispettare questo dono senza dover ricorrere ogni volta alla “garanzia” tornando a piagnucolare verso l’Alto. Sarebbe un atto di maturità. E di vera chiesa.

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