Era l’otto luglio scorso, quando il sindaco di Leonforte, dopo essersi dimesso dalla carica di coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, consegnava la propria tessera elettorale al presidente del comitato pro ospedale Turi Castrogiovanni, in segno di protesta contro i vertici dell’Asp di Enna, il suo partito e il governo regionale, per le mancate risposte sull’ospedale Ferro/Branciforti/Capra.
Tutto a favore di telecamera e davanti un numero significativo di giornalisti.
Il 23 agosto, appena passato, il coordinatore del circolo territoriale di Fratelli d’Italia, Salvo Di Matteo, annunciava la candidatura del sindaco di Leonforte alle elezioni regionali, in tandem con la moglie dell’ assessore alla Sanità regionale Ruggero Razza. Assessore più e più volte attaccato dal primo cittadino perché responsabile del declino del Ferro/Branciforti/Capra, unitamente ai vertici dell’Asp di Enna, al suo partito e al governo regionale.
Il presidente del comitato pro ospedale Turi Castrogiovanni ha scritto su Facebook che la protesta, nonostante la defezione del sindaco, continua; per cui su circa seimila leonfortesi aventi diritto al voto, 1652 hanno consegnato la tessera elettorale in segno di protesta; di questi almeno uno (il sindaco) la riprenderà?; 662, alle primarie del PD dello scorso 27 giugno scelsero Fabio Venezia e di nuovo lo sceglieranno per l’Ars e i restanti, al netto degli aventi diritto ma all’estero per lavoro che non rientreranno per le regionali, dovranno dividersi fra i tre candidati paesani.
Cos’è?
Una strategia politica o un gioco al massacro?
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