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Piergiacomo La Via

l’inglese, questo illustre sconosciuto (riflessioni sparse del primo lunedì di ottobre)


Nicosia città della pace ed a misura d’uomo.

E’ così difficile ? Non credo.  

Mai più hub militari e guerre simulate, percorsi fallaci di sviluppo economico. 

Se e quando un Consiglio Comunale (questo o il prossimo) modificherà lo Statuto, dichiarando il nostro territorio smilitarizzato, sarà sempre una delle delibere più apprezzate. 

Ma andiamo avanti. 

Non una nobile decaduta né un borgo, Nicosia aspira ad essere una cittadina moderna e vivibile, consapevole del proprio vissuto storico, si propone per i prossimi anni anche ad avere un ruolo importante nel territorio. 

I requisiti sono semplici e sotto gli occhi di tutti. Molti li possediamo già.

Un ospedale efficiente per le prime cure, collegamenti viari migliori (il prossimo completamento della nord-sud verso Mistretta ci incoraggia). Sarà difficilissima la riapertura del Tribunale (francamente non credo ai proclami del Sottosegretario di turno ma comunque speranza ed attenzione massima verso il problema). 

Una biblioteca trasferita in locali idonei che valorizzi il proprio fondo antico e che abbia autonomia di pensiero e di azione, forse anche mediante autonomia politica/gestionale.

E poi, subito, potenziamento internet. Banda larga e fibra in tutto il territorio, centro urbano e campagne antropizzate. Creazione rete intranet tra Comune, altri Uffici Pubblici, Comunità, Associazioni.

Una sezione staccata dell’Università? Non saprei. Certamente è utile intensificare un dialogo con la Kore per armonizzare i flussi degli studenti, in un rapporto virtuoso università-territorio. 

Purtroppo non sento parlare da dieci anni di tetto ligneo. Eppure tanti studi, sforzi,  approfondimenti erano stati fatti in passato. Voglio citare solo alcune persone che si sono tanto spese. La Preside Ruta, Jolanda Scelfo ed i compianti padre Gioco e prof. De Francisci. L’argomento va ripreso e rilanciato. 

Il turismo religioso è una realtà che fa passi avanti (anche se lentamente). L’apertura della cella del San Felice è stata una ottima idea.

In definitiva possediamo un enorme patrimonio culturale, oltre che naturalistico-ambientale. Includo pure il galloitalico, come elemento peculiare non trascurabile.  

Se poi è vero che i depositi bancari a Nicosia sono in aumento, allora ha ragione Patrizia Messina, nicosiana doc, che insegna all’Università di Padova, quando ci suggerisce di “animare il territorio”, guardando ai nostri punti di forza (tradizioni, cultura, ambiente, “gastronomia”). Magari incoraggiando gli investimenti interni in una iniezione di fiducia ed ottimismo, con maggiore autostima soprattutto tra gli operatori economici. 

Mi permetto di aggiungere che sarebbe utile incentivare interventi manutentivi su quartieri popolari e centri storici, sulla base di metodiche edilizie che privilegino pietra, coppo siciliano e ferro battuto, così da rivitalizzare un artigianato di qualità che certamente non ci manca. 

Una nuova edilizia rafforzerebbe per caduta la nostra rete commerciale (anche se lì vanno studiate specifiche proposte). 

Insomma meno risparmi, più investimenti e più consumi. 

Sto apprendendo dall’inglese (lingua a me sconosciuta), alcune parole forti per la loro capacità di sintesi e di efficacia. 

Breinstorming (tempesta di idee), come quello del 23 settembre all’ex Liceo Classico. Incontro con interventi qualificati e propositivi, lontano anni luce dalle ottuse passerelle

Storytelling, utile e valido strumento di promozione del nostro patrimonio culturale (materiale ed immateriale) e delle nostre risorse. 

Ma per ottimizzare l’impegno occorrono gruppi di lavoro stabili, costituiti da figure tecniche e scientifiche. Cervelli al servizio della città e del territorio, esperti che stimolino processi partecipativi e propongano soluzioni ai problemi complessi. 

Anche qui soccorre l’inglese. Think tank (letteralmente, serbatoi di pensiero). 

Dobbiamo pensare ad attivarne qualcuno. 

Avendo ad obiettivo questo modello di città futura, il “gruppo” può delineare un progetto con alto grado di fattibilità per essere poi attuato e gestito da una classe politica all’altezza del compito.

Sempre camminando insieme e nell’interesse comune, chissà forse potremo riuscirci.

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