Cara casa d’aste Pandolfini,
Il mese scorso, tuo malgrado (o forse per fortuna perché è tutta pubblicità), ti sei ritrovata nella bocca di tutti i nicosiani (e non solo) perché hai messo all’asta una statua di una Madonna che non si capisce a quale titolo dovrebbe essere esclusiva proprietà di Nicosia (ovviamente questa Madonna è miracolosamente andata fuori dalla Sicilia). Qui si è parlato di sommossa popolare (in realtà i soliti quattro più altri quattro che non si capisce a che titolo si son fatti difensori dell’arte Nicosiana), quasi lotta rivoluzionaria per riportare la statua a Nicosia. Si è scomodata anche la politica regionale (eh capirai, la triade Dio, Patria e famiglia porta voti sia a destra che a sinistra) con un impegno di spesa da parte della Regione di ben 50.000 euro, una cifra che potrebbe essere utile a recuperare e restaurare altre importanti opere del territorio nicosiano (tipo la Cona del Gagini a Santa Maria Maggiore o la statua di San Leonardo nella medesima chiesa) ma che, finché non saranno messi un bel giorno all’asta da qualche altra Pandolfini, resteranno relegate al pubblico oblio. E mentre già si può coniare il detto che “Nicosia val bene una statua”, memori di studi classici e nello specifico Callimaco che diceva che l’arte va misurata con l’arte, vogliamo proporre di acquistare la tanto ambita statua non con del vil denaro ma facendo un equo scambio con un’altra opera d’arte di sicuro valore: stiamo parlando della piramide egizia sita all’ingresso di Nicosia. È giustamente un’offerta che non si può rifiutare, vuoi mettere una statua con una piramide. Gli archeologi stimano il manufatto egizio-nicosiano intorno alla fine degli anni ’10 del XXI secolo (certo, se fosse stato a.C. avrebbe avuto più valore, purtroppo è d.C. ma che sarà mai una lettera). Di sicura ispirazione Imhotepiana, dietro la piramide vi è il mistero non tanto di capire quale faraone sia lì sepolto (non ci entrerebbe neanche Tutankhamonino il breve) ma capire l’utilità di questa espressione artistica, peraltro fortemente voluta dal Rotary di Nicosia (mo’ vedi le quotazioni come salgono) il quale ha un concetto di servizio alquanto “surrealista”. Quindi, cara casa d’aste Pandolfini, un’opera di un certo valore simbolico per la comunità, non fosse altro per quella ruota dentata in cima alla piramide che non rimanda proprio ad altri simboli come la stessa piramide. Peraltro, se vuoi, puoi prenderti anche il Rotary e i vari club service che, magari, puoi mettere nella sezione dell’arte antica (non classica) che non c’azzecca niente col presente (oppure nella sezione del rococò in caso o dell’impressionismo, venuto male però).
È un affare sicuro, anche perché Nicosia con questa piramide è rinata: vi è una folla di turisti che viene a Nicosia solo per la Piramide, si fanno convegni di archeologia e ufologia per scoprire se esiste che vi sia almeno una traccia di vita che non si metta a ridere dinnanzi a questa opera d’arte.
Forse se come base d’asta si mette 50 centesimi non andrà deserta. Ed in più Nicosia ha già pronta la collocazione dove mettere la “restituita” statua.
Si scherza… ovviamente.
Alain Calò
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