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Immagine del redattoreAldo la Ganga

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA I PRETI “POLITICIZZATI” E LA SCELTA DEGLI AMMINISTRATORI CITTADINI. 





Per capire chi siamo oggi, e dove va la politica attuale, dobbiamo comprendere pienamente i rapporti che politicamente e ancor più amministrativamente esistevano e si consolidavano a Nicosia, tra la nuova classe politica nata dopo l'avvento della Repubblica, (naturalmente nuova si fa per dire, visto che a “ comandare” erano sempre gli stessi che lo avevano fatto sotto il fascismo e anche prima….) e la chiesa.


Un binomio che già dalla prima elezione amministrativa, che vide la vittoria democristiana e la conseguente elezione del barone Salomone a sindaco si era strutturato e consolidato.

Una collaborazione tra “religione e politica” che sembrava una “ costante “ e che nessuna trasformazione sociale e politica è riuscita ad arginare per oltre 30 anni.


Infatti sin dalle prime elezioni repubblicane e fino a metà degli anni 80 del secolo scorso, la classe politica democristiana sottoponeva al vaglio della chiesa, il nominativo del futuro sindaco e soprattutto quello degli assessori.

L’attenzione era soprattutto posta sulla persona che avrebbe ricoperto il ruolo di assessore ai servizi sociali, anzi, molte volte era proprio la chiesa a segnalarne il nominativo.

Per correttezza devo dire, che dalle mie ricerche è emerso che non tutti i componenti della Diocesi erano interessati a questo tipo di rapporto con il partito di riferimento del Vaticano, quelli più coinvolti nell’orientare le scelte di uomini e quelle amministrative erano soprattutto i due preti più “ politicizzati”: padre Stazzone e padre Di Fini.


Sarà  stato per la vicinanza  della cattedrale al palazzo municipale ma l’interferenza di una parte della chiesa nicosiana è stata certa, chiara ed è stata subita  da parte dei democristiani.


Sarà stato per la debolezza delle istituzioni repubblicane che sovente avvertivano l’esigenza di tener conto di che cosa il cattolicesimo rappresentava nel paese.


Sarà stato per i rapporti secolari che molti adepti ecclesiastici hanno avuto con i ricchi e i potentati economici nostrani.

Fatto sta che i due preti “ politicizzati” approfittando dei molti squilibri che esistevano nella la vita della nostra cittadina, sono riusciti per oltre 30 anni  a condizionare sia la vita pubblica che quella politica.


Così come dappertutto, la  chiesa nicosiana era ed è   strutturata e ramificata sul territorio,  e soprattutto in quel periodo storico  aveva  interessi da difendere e non solo valori da promuovere.


Le dinamiche attuali, soprattutto dopo la partenza del vescovo Muratore, alimentano un confronto che ci sembra  corretto  e che speriamo possa diventare, giorno dopo giorno sempre più plurale.


Siamo ottimisti che  accanto alla religione maggioritaria, possono consolidarsi nella nostra comunità sia le fedi religiose di altre tradizioni e culture sia i gruppi di popolazione di matrice laica o non credente.


E soprattutto speriamo e vigiliamo che periodi storici che vedevano l’interferenza di una parte della chiesa nella vita politica e laica della nostra comunità non accada mai più.

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