Le inchieste giudiziarie di qualche anno fa nei confronti dell’imprenditore siciliano “re dell’eolico” Vito Nicastri, hanno riportato all’attenzione del grande pubblico il tema delle infiltrazioni delle famiglie mafiose nel business delle energie rinnovabili in Sicilia.
Inchieste queste che hanno costretto alle dimissioni l’allora sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Armando Siri, coinvolto assieme al consulente per l’energia della Lega Paolo Arata in rapporti poco chiari proprio con Vito Nicastri.
Negli anni scorsi, numerose sono state le inchieste che snidavano il connubio tra eolico e malaffare.
Il business dell’eolico appare quindi un’attività dove trovano terreno fertile ie punti di forza le organizzazioni criminali quando rivolgono l’attenzione alle attività legali: necessità di capitali per l’investimento iniziale, controllo del territorio e capacità di influenzare i processi amministrativi e di autorizzazione degli enti regionali, provinciali e comunali, presenza nel settore delle costruzioni fino all’attività di protezione di infrastrutture spesso isolate e facilmente esposte ad attentati e danneggiamenti. Un ruolo è svolto anche dai generosi incentivi pubblici concessi in Italia negli ultimi venti anni per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, che hanno creato rendite e alti ritorni all’investimento.
Le inchieste giudiziarie hanno dimostrato un’influenza della presenza di famiglie mafiose sui territori interessati agli investimenti eolici realizzati in Sicilia, indifferentemente se l’impianto era costruito in aree a “ vocazione eolica legata a fattori morfologici e ambientali come la conformazione, estensione e velocità media del vento nel suo territorio o meno.
Dall’altra, abbiamo considerato come possibile fattore dell’investimento la presenza nel territorio di una famiglia mafiosa indipendentemente se erano zone ventose o meno.
La Direzione investigativa antimafia pubblica ogni anno e segnala come, su 390 comuni dell’isola, circa la metà (193) vedano la presenza di una cosca mafiosa.
A tal proposito, alcuni impianti eolici appaiono sovra-rappresentati nei comuni soprattutto dove opera un clan mafioso, infatti pare che il 51% degli impianti eolici sono realizzati nei territori comunali dove operano le famiglie mafiose.
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