Cari Amici, grazie per avermi contattato e spronato a scrivere qualcosa sulla felicità.
Lo faccio con piacere, approfittando di farvi gli auguri per le festività che si avvicinano.
La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica.
Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile.
Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Abbiamo un senso di frustrazione, ci auto-marginalizziamo.
Abbiamo sacrificato i vecchi Dei immateriali, e ora stiamo occupando il tempio del Dio-Mercato. Lui organizza la nostra economia, la nostra politica le nostre abitudini e ci fornisce mutui e carte di credito che ci danno un’apparente felicità. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà.
Credo che l'uomo impari molto di più dalle avversità, purché non lo distruggano, che dalla prosperità. Impari con ciò che vivi, non con ciò su cui contano. Impari di più dal dolore e non dai trionfi. Non sono il Presidente più povero. Il più povero è colui che ha bisogno di tanto per vivere.
Josè Mujica
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