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Immagine del redattoreAldo la Ganga

LA RUSSA, E UN POST SU FACEBOOK

Difficilmente scrivo qualcosa sulle disgrazie in cui inciampano i politici.

Siamo essi, di sinistra, centro, destra o fascisti.

Per vari motivi, la più importante sicuramente e che non mi va di perdere tempo per questioni che le cronache affrontano quotidianamente.

Ciò nonostante, visto l'interesse che ha prodotto un mio brevissimo post su facebook, mi ha fatto cambiare idea ed eccomi mi a scrivere in maniera più corposa e chiara di come la penso sul presidente del senato.

Certo è che purtroppo per loro, i fascisti, in queste settimane non le ne va una buona….

E questi giorni ne sono la prova.

Prima la Santanchè con tutti i suoi casini personali misti alla sua funzione pubblica….

I tanti tantissimi supporters non hanno fatto in tempo a scendere dagli specchi, dove erano saliti per difendere la Santanchè, che l'ultimo figlio di La Russa e indagato per stupro, droga, violenza e molto altro.  …

Sinceramente, fanno quasi commuivere,  si fa per dire, sia chiaro…  nel modo in cui i fascisti inciampano ad ogni minuto nelle regole della democrazia parlamentare di stampo liberale.

Si vede ad ogni passo che si muovono in un ambiente per loro ignoto, rifiutato, estraneo. Di cui conoscono solo gli – infiniti – sotterfugi che consentono “ai potenti” di evitare i danni peggiori.

Erano giorni intensi per i destrosio italiani, Neanche il tempo di mettere in cantiere la “controffensiva d’estate” contro la magistratura, che aveva osato imputare per ragioni molto diverse sia la ministra-affarista Santanché che il “creativo” sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, ed ecco scoppiare la terza grana devastante.

Stavolta, oltretutto, la magistratura non ha fatto davvero nulla, se non ricevere – come dovere d’ufficio – la denuncia di una ragazza per esser stata violentata a casa La Russa dal di lui figlio e da un suo amico.

La reazione è stata come da "tradizione" scomposta e verbalmente violenta.

E’ il classico metodo eversivo dell’ultradestra: invece di mostrarsi ferita, ma “rispettosa delle leggi”, parte all’attacco ululando e promettendo sfracelli peggiori. Con gli occhi di fuori e la voce da “esorcista”…

Ignazio La Russa, “seconda carica dello Stato” in quanto presidente del Senato, 

 non ha perso tempo per reagire con un linguaggio degno da bar  si è lanciato nella più prevedibile (e ignobile) delle difese d’ufficio.

Anzi, essendo un avvocato di lungo corso si può ben dire che come “legale di fiducia” ha condotto un “lungo interrogatorio” del figlio arrivando a pronunciare la più scontata delle sentenze: “non ha commesso nulla di penalmente rilevante”.

Non pago della rapidissima assoluzione da lui stesso pronunciata, si è lanciato poi nelle solite insinuazioni sulla “moralità” della ragazza, trovata positiva alla cocaina durante le analisi ospedaliere successive alla violenza sessuale.

Avvertito da tutto il suo entourage che stavolta l’aveva fatto immensa, più che grossa, il resistibile ammiratore del Duce operava l’ancor più consueta marcia indietro professandosi “frainteso”. Ma ormai era fatta.

Non può sfuggire a nessuno che, anche dal punto di vista della normale democrazia liberale, la massima carica dello Stato (Presidente a parte) non può sostituirsi alla magistratura ordinaria nel caso di denuncia circostanziata contro un proprio congiunto.

Né che – se lo fa – questa è una pressione esplicita sui magistrati che dovranno esaminare la denuncia, preventivamente indicati come potenziali “toghe rosse” nel caso dovessero arrivare alla conclusione che – sì – effettivamente c’è stata una violenza sessuale di gruppo a casa La Russa, condita dall’uso di stupefacenti (quando la vittima “non ricorda nulla” al risveglio, quasi sempre c’è stato l’utilizzo di una “droga dello stupro”).

Basterebbe fare l’esempio di Boris Johnson – premier britannico imputato e poi costretto alle dimissioni per qualcosa di assai meno grave (feste in casa, in violazione delle misure anti-Covid da lui stesso decise per il resto della popolazione) – per chiarire che in una democrazia liberale ci sono limiti che anche “i potenti” devono almeno far finta di rispettare.

Ma i fascisti si sentono al di sopra della legge. Come quei poliziotti che torturano o uccidono e poi magari trovano un sindacato fascista che organizza collette a loro beneficio (è accaduto per gli agenti che a Milano hanno pestato in strada una donna, qualche settimana fa).

E’ più forte di loro. Non sopportano limiti o regole che devono valere per tutti. Quindi è bene che si riesca a farli sloggiare il prima possibile.

A prescindere…

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