La Società Acquaenna gestisce il servizio idrico integrato nella nostra cittadina e in quasi tutti i comuni dell'ex provincia di Enna, essendo subentrata alla gestione dei Comuni e delle società di gestione ( tra queste ASEN, EAS , ecc.).
Tutto questo si è verificato perché le amministrazioni comunali facente parte dell'ATO, e tra queste Nicosia con in testa l'allora sindaco Giuseppe Castrogiovanni, attraverso la delibera assembleare n. 7 del 08.10.2004, affidava la gestione del servizio idrico integrato alla società Acquaenna, per una durata di anni 30.
In forza di questa delibera assembleare veniva in data 19.11.2014,( per Nicosia sindaco era Sergio Malfitanio) regolarizzata la convenzione con una stipula contrattuale tra il Consorzio A.T.O. Ambito territoriale ottimale n. 5 di Enna e la Società Acquaenna.
Senza voler entrare nei termini e nelle modalità previsti dal contratto, molto a favore di Acquaenna e poco e male ai cittadini.
Nella predetta convenzione il gestore si impegnava a gestire il servizio idrico integrato assumendo, ai sensi dell’art. 2, comma 3, ogni rischio e pericolo ; veniva inoltre autorizzato a percepire dagli utenti, come corrispettivo, di tutti gli oneri ed obblighi posti a suo carico, le tariffe ed i corrispettivi indicati nell’art. 16 della convenzione suddetta. In particolare il successivo comma 3 dell’art. 16, prevedeva che il gestore prendeva atto che i ricavi provenienti dall’applicazione di articolazione tariffaria costituiscono il corrispettivo totale del servizio idrico integrato e che, dunque nessun altro compenso poteva essere richiesto agli utenti per la fornitura del servizio medesimo. In forza di tale convenzione gli Enti locali mettevano a disposizione i beni e le opere pubbliche afferenti ai servizi stessi, mantenendo pur tuttavia, il controllo dei servizi affidati. Dal 2005, dunque, con esclusione di alcuni Comuni come Barrafranca, che non ha mai ceduto gli impianti ed Enna e Villarosa, che subentravano solo a fine del 2006.
Con questa operazione la società Acquaenna subentrava “di fatto” nella gestione del servizio idrico integrato ai Comuni e agli enti gestori, in regime di monopolio, nei rapporti con gli utenti e ne mortifica ancora il nostro territorio.
Infatti il piano proposto predilige le risorse gestite da SICILIACQUE e obbliga i Consorzi d’Ambito all’acquisto delle partite d’acqua dalla stessa Siciliacque”.
Visto la grave crisi idrica che ci sta attanagliando, le perdite nelle condotte che trasportano l’acqua dalle sorgenti ai recipienti di accumolo, anch’essi in uno stato quasi d’abbandono, voglio ricordare ai nostri amministratori che l’art. 49 della legge finanziaria 2010, ha espresso chiaramente la possibilità che dopo una seria e corretta verifica, del rispetto dei contratti sottoscritti dai gestori degli ATO, potranno essere rescissi “per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero, nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”; in conformità con quanto statuito dalla nuova legge regionale n. 1972015 “disciplina in materia di risorse idriche
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