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Immagine del redattoreGerminal Controvoce

LA STATUA DI EUNO E QUEI SINDACI CORAGGIOSI CHE NON CI SONO PIÙ.

 

Il 14 Maggio 1960 veniva realizzata la statua di Euno, dalla Scuola d’Arte di Enna, per opera dei Fratelli Professori Pietro e Giuseppe Carzilla e del Professore Bruno Di Fabrizio, commissionata dal Comune di Enna dall’allora Sindaco Avv. Vittorio Ugo Colajanni. fattosi promotore di una doverosa rivalutazione delle più antiche e sacre memorie e glorie della città .

Il monumento alto circa tre metri, vuole rappresentare il trionfo della libertà contro la schiavitù. L’originario calco in gesso della statua, realizzato dallo scultore Pietro Marzilla, è custodito presso il Liceo Artistico Regionale “Luigi e Mariano Cascio” di Enna.

Inizialmente prevista, la sua collocazione nella piazzetta antistante il palazzo di città cioè piazza Umberto I. In seguito presso il castello di Lombardia

All’incirca settanta anni prima del celebre Spartaco, in Sicilia uno schiavo siriaco di nome Euno guidò migliaia di schiavi alla riconquista della libertà. Dopo la fine della guerra contro Annibale le caratteristiche dell’agricoltura nel territorio italico erano notevolmente cambiate rispetto al periodo precedente: l’agricoltura non era più quella di auto-sussistenza, bensì si concentrava su prodotti destinati alla commercializzazione, con la necessità di vaste superfici e abbondante manodopera. Il modello di proprietà era quello della villa rustica, una grande azienda agricola fondata sullo sfruttamento intensivo di schiavi. La maggior parte di loro erano prigionieri di guerra, un tempo uomini liberi. Inutile dire che le condizioni in cui vivevano erano, il più delle volte, disumane. Nei dintorni di Enna viveva lo schiavo Euno, un personaggio sicuramente sui generis. Euno si considerava una sorta di profeta, parlava con gli dei in sogno e riferiva a tutti i suoi compagni i loro messaggi. Una notte, in particolare, la dea siriaca Atargatis gli apparve e gli predisse un futuro da re. Tutti gli schiavi della zona avevano grande considerazione di lui e così, quando gli schiavi di un certo Damofilo decisero di ribellarsi al giogo, si recarono da Euno, il quale prontamente si mise alla loro guida. Nel 136 a.C., con una schiera di quattrocento schiavi, Euno riuscì a conquistare Enna, facendo strage dei ricchi proprietari terrieri. Dopo la vittoria si proclamò re, proprio come gli aveva predetto la dea, prendendo il nome Antioco. La notizia della presa di Enna corse come il vento. Rapidamente Euno raccolse sotto di sé ben seimila schiavi. A questo gruppo di ribelli si aggiunse, inoltre, il contingente dei cinquemila uomini che erano insorti ad Agrigento ed erano guidati da un certo Cleone, schiavo di origine cilicia. Ma il numero dei rivoltosi aumentava ogni giorno: gli schiavi riuscirono a conquistare altre due città, Morgantina e Taormina, resistendo ai Romani per molti anni. Nel 133 a.C. la schiera dei ribelli assediò Messina ma fu costretta alla ritirata dall’esercito romano. Si rifugiarono a Taormina ed Enna, dove furono circondati dalle truppe di Publio Rupilio: gli schiavi resistettero a lungo, patendo anche la fame, addirittura dandosi al cannibalismo ma, nel 132 a.C., cedettero. I sopravvissuti all’assedio vennero catturati, seviziati e poi crocifissi o uccisi in altro modo. Euno venne catturato a Enna e portato a Morgantina, dove morì in prigionia. La prima grande rivolta servile era stata domata da Roma, ma la scintilla era stata innescata. Anni dopo altri schiavi avrebbero seguito l’esempio di Euno e dei suoi compagni, combattendo e rischiando la morte pur di riuscire a conquistare la libertà.

Mi chiedo se oggi nel nostro territorio esiste un'amministrazione comunale che abbia la forza politica, sociale e culturale per commissionare una statua del genere.

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